Inchiesta bis per il canile: i carabinieri-forestali tornano a Noce Mattei

I carabinieri forestali sono tornati ieri al canile di Sulmona per ascoltare un operaio della struttura: un testimone che potrebbe aiutare a chiarire le ipotesi di reato di un nuovo fascicolo d’inchiesta aperto dagli inquirenti nel quale si ipotizza l’abuso edilizio e il maltrattamento di animali. Fascicolo, questo, aperto al momento contro ignoti e che è la diretta conseguenza dell’esposto presentato da un’associazione animalista. In realtà un altro fascicolo, con le stesse ipotesi di reato, è già aperto sul tavolo della procura di Sulmona da un anno e vede indagate quattro persone, tra cui il sindaco di Sulmona come legale rappresentante dell’ente, un veterinario Asl e due gestori. Inchiesta, questa, per la quale è stato chiesto un supplemento di indagini e che è frutto, allo stesso modo, degli esposti fatti lo scorso anno dagli animalisti sulla irregolarità del canile municipale che, in verità, proprio il sindaco Di Piero ha portato alla luce quando ha avviato la prima gara per la gestione. Attesa, però, c’è anche e soprattutto sul futuro dei 99 cani rimasti a Noce Mattei per i quali si è ipotizzato un trasferimento dopo il sequestro amministrativo fatto la settimana scorsa sempre dai carabinieri forestali di Sulmona e dal Cites di Pescara. Il sequestro deve essere infatti valutato dalla Asl e con esso l’ipotesi di trasferimento degli animali. Di fatto i cani rimasti sono ospiti di un cantiere, i cui lavori sarebbero dovuti terminare a maggio scorso. Anche per questo la settimana scorsa gli animalisti erano tornati a protestare, denunciando, a loro dire, come gli animali fossero “prigionieri” del cantiere e rinchiusi nei box da mesi.

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