Proroga concessioni balneari dopo il Consiglio di Stato. D’Alfonso: “Bandi e indennizzi”

“Si porti velocemente il dossier nella commissione consiliare competente della Regione Abruzzo e si faccia ciò che si è fatto nottetempo per le migliaia di collanine e braccialetti regalati per parentele elettorali”. Non usa mezzi termini l’onorevole Luciano D’Alfonso per ribadire la necessità e l’urgenza di indire gare per l’assegnazione delle concessioni balneari in Abruzzo.

Dopo aver presentato un emendamento alla proposta di legge Zucconi per garantire ai concessionari uscenti un indennizzo per l’avviamento dell’attività ed eventuali investimenti fatti, torna a chiedere “l’indizione di gare con l’individuazione di criteri ben definiti” che consentano di rispettare quanto riaffermato ieri dal Consiglio di Stato. Ovvero “la illegittimità delle proroghe generalizzate delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico – ricreative” perché contrastanti con i principi di concorrenza e di libertà sanciti non solo dalla direttiva Bolkestein ma anche dall’art. 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Principi che prevalgono rispetto alla normativa nazionale sulle concessioni demaniali marittime la cui disapplicazione “si impone prima e a prescindere dalla questione della scarsità delle risorse”. Con la conseguenza necessità per i Comuni di “bandire immediatamente procedure di gara imparziali e trasparenti per l’assegnazione delle concessioni scadute il 31 dicembre 2023”; con la sola ed unica possibilità di una ulteriore proroga tecnica al 31 dicembre 2024 in caso di “difficoltà nel completamento della gara” per i Comuni che “abbiano deliberato di avviare o abbiano già avviato le gare di assegnazione”.

Allo stato dunque, conclude l’onorevole Luciano D’Alfonso, ferma restando la necessità di procedere secondo quanto imposto sia dalla normativa europea che da quella nazionale, non resta che “inquadrare il tipo di gara da esperire e stabilirne le regole”. Come per esempio, l’attribuzione di punteggi differenziati in base alla qualità dei servizi, alla sostenibilità sociale, ambientale e del piano degli investimenti, alla tipologia di concessione senza dimenticare “la capacità di interazione del progetto da valutare con il complessivo sistema turistico ricettivo del territorio”. Regole che consentirebbero per D’Alfonso di riconoscere un indennizzo “ai tanti operatori onesti” che, in caso contrario, rischiano di veder vanificati gli investimenti fatti nella propria attività dalla scadenza della concessione ad oggi.

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