Punto Nascite verso la via della chiusura

La questione punto nascita resta un nervo scoperto per i sulmonesi e per un vasto comprensorio ancorato alla speranza di una salvezza. Una forbice dei tagli quella che ha incluso nella soppressione il reparto di Sulmona all’interno del Piano di riqualificazione del Sistema Sanitario Abruzzese, una fase di razionalizzazione e riduzione in cui veniva chiarito che sarebbero state garantite tutte le attività sanitarie pertinenti e necessarie per accompagnare in sicurezza e appropriatezza tutte le gravidanze sino al momento del parto. Nei fatti il Punto Nascita dell’Ospedale di Sulmona in data 11 febbraio 2015 ha avuto in destino la chiusura, ma come spiega il professor Ronci, “il Direttore Generale della Asl 1 non ha ancora emesso il relativo provvedimento solo perché l’Agenas ha vietato di emetterlo fino a quando non sarà pronto il Servizio di Elisoccorso”.

Proprio sulle assicurazioni verbali del manager Asl e degli assessori regionali riguardanti la non chiusura, Ronci interviene spiegando come queste, siano prive di fondamenti amministrativi. Il professore fa sapere che la chiusura sarebbe  abbastanza vicina proprio per motivi pratici, di servizi, perché non si può investire sul Punto Nascita di Sulmona né in attrezzature né in personale in quanto il Bilancio di Previsione 2017 della ASL prevede un importante taglio del costo del personale di ben 3 milioni e 455 mila euro che insomma non prefigura un rinnovo del turn over e l’assunzione del personale precario; si aggiunge poi una preoccupante diminuzione degli acquisti di beni e servizi pari a  ben 13miloni e 535mila euro che fa presupporre un taglio netto agli investimenti e ai servizi erogati. La Corte dei Conti, spiega, non consentirebbe investimenti in attrezzature e in personale per una struttura che dovrà essere chiusa non appena sarà pronto il Servizio diElisoccorso. Ma non solo, nel mese scorso il Tavolo di Monitoraggio Ministeriale ha intimato alla Regione Abruzzo di chiudere il punto nascita di Sulmona (in ottemperanza  a quanto deliberato in data 11 febbraio 2015), di fare la valutazione di impatto per il volo notturno del 118 e di riorganizzare meglio la sanità del territorio per poter risparmiare ancora un po’su qualche spesa superflua.

L’unica soluzione possibile per evitare la fine del Punto Nascita di Sulmona, avanza Ronci, sarebbe l’approvazione di una Delibera di Giunta Regionale nella quale si riveda il Piano di Riorganizzazione dell’11 febbraio 2015 prevedendo di aggiungere ai Punti Nascita  di L’Aquila, Avezzano, Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara, Teramo e Sant’Omero quello di Sulmona avvalendosi della deroga delle 500 nascite annue prevista dal Decreto Lorenzin in considerazione del fatto che il Centro Abruzzo è il territorio più svantaggiato della Regione e uno dei più svantaggiati d’Italia per conformazione orografica, per dinamica demografica e per disagio economico e sociale.

Insomma un’analisi amara che non vede molte vie di uscita, l’unica strada percorribile secondo Ronci è la revisione del famoso piano di riorganizzazione per consentire a Sulmona di dare ancora alla luce i suoi figli

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