REDAZIONALE/ Renata Donatelli candidata LeU: “Per le persone in carne ed ossa”

(spazio elettorale a pagamento, mandatario/committente Renata Donatelli)

 

Innanzitutto, chi è Renata Donatelli?

Sono una donna di Sulmona, sposata, con una figlia di 13 anni, che ha deciso di non lasciare questo territorio, nonostante ogni cosa, oramai, sembri spingere in direzione opposta.
Ci spieghi un po’ meglio, per chi non la conoscesse, che cosa ha fatto finora?
Ho frequentato il Liceo Classico Ovidio, all’epoca in Piazza XX, ho studiato Filosofia all’Università di Parma, sostenendo tutti gli esami e completando praticamente la tesi. La tesi però alla fine non l’ho mai discussa; anzi ho cominciato a lavorare prima con mio padre, Pierino Donatelli – coprivo il ruolo amministrativo per la Parmalat, di cui lui era concessionario per la provincia dell’Aquila – poi come addetto alle vendite in vari negozi della zona. Per otto anni sono stata amministratrice della storica agenzia di trasporti Desiderio. Attualmente lavoro presso il call center 3G di Sulmona.

È quello che si aspettava?

Non proprio. Tuttavia la crisi profonda che ha colpito questa zona d’Abruzzo ha costretto me, così come molti miei concittadini, a rivedere priorità e aspettative. E il lavoro è oggi una priorità assoluta; ben venga, dunque, di qualsiasi tipo esso sia. Mi hanno insegnato che bisogna darsi da fare, soprattutto da queste parti, e io ho preso l’insegnamento alla lettera.
So che, tra le altre cose, è impegnata anche nel sociale
Sì, collaboro con l’associazione «Diosa» di Sulmona; un’associazione che combatte contro la discriminazione femminile e più in particolare per la tutela e il benessere delle donne. Essere donna è ancora difficile, forse un po’ meno rispetto a qualche decennio fa, ma la strada da percorrere è ancora molta, sia dal punto di vista delle leggi a favore del lavoro femminile, della tutela della maternità, sia dal punto di vista del sentire comune. In Italia e in Abruzzo c’è ancora molto da fare, ma facendo un passetto alla volta le cose possono essere cambiate, anche quelle più resistenti al cambiamento.

Da quale passetto comincerebbe?

Garantendo in tutti i comuni asili nido e scuole materne comunali adeguate al fabbisogno. Molte madri, in molte parti d’Italia se vogliono lavorare sono costrette a ricorrere all’aiuto dei nonni, o perché mancano del tutto le strutture o perché quelle a disposizione sono decisamente molto costose. La scuola d’infanzia dovrebbe essere scuola dell’obbligo e quindi gratuita. Cominciamo dalla base, garantiamo a tutte le mamme e a tutti i bambini strutture sicure e di qualità.

Suo padre, Pierino Donatelli, si candidò nel 1996 come sindaco di Sulmona per il Pds, all’epoca contro Bruno Di Masci. Lei invece non si era mai candidata, finora, né aveva avuto incarichi di natura politica

Non ho mai fatto politica direttamente. Sono sempre stata attenta alle questioni sociali e ho sempre seguito le vicende politiche sia nazionali che locali; grazie a mio padre ho sempre inteso la politica come un luogo nel quale continuare a far valere i diritti riconosciuti dalla costituzione ed eventualmente allargare quelli delle fasce più deboli, delle categorie più emarginate. Il vero problema di questo paese è che ormai le fasce deboli costituiscono la maggioranza del paese mentre le politiche che si praticano sembrano occuparsi di tutto, tranne che delle persone in carne ed ossa, delle famiglie, che non riescono a mandare i figli all’università, a pagare il mutuo o a curare un parente disabile a cui sono stati tagliati i sussidi. Il Pd, in questo, è stato troppo simile alla destra; ha rinunciato a combattere le battaglie storiche a tutela del lavoro e dell’istruzione, assumendo posizioni, per quanto mi riguarda indifendibili; posizioni che hanno indotto molte persone che guardavano con speranza al centro-sinistra a gettare la spugna e a tagliare ogni rapporto con politica. La disaffezione e l’astensionismo crescenti ne sono un evidente segnale. Temo che le politiche compiute in questi ultimi anni apriranno la strada a una politica xenofoba e dalle venature fasciste. Come testimonia ampiamente questo dibattito pre-elettorale.

Perché si è candidata per Liberi e Uguali

Perché al momento mi sembra l’unica forza politica, l’ultimo spazio politico nel quale poter continuare a difendere due tre cose semplici, ma essenziali: scuola e sanità pubbliche, un minimo di ridistribuzione delle risorse, dignità del lavoro.

2 Commenti su "REDAZIONALE/ Renata Donatelli candidata LeU: “Per le persone in carne ed ossa”"

  1. Tra la costellazione di partiti e partitini che popolano il nostro variegato mondo politico, LeU è uno di quelli di nuovo conio,fondato da un ex magistrato ed associati ex PCI di chiara fede. LeU ,significa liberi ed uguali. Bene io vorrei sapere da qualcuno che me lo potrebbe spiegare,cosa si intende per liberi e per uguali. Liberi? Io non credo di avere costrizione alcuna, credo di essere ben salvaguardato da una costituzione detta da qualcuno la più bella del mondo e che ritengo a 24 carati per quello che concerne la libertà. Basta andare a leggere alcuni sui articoli,per esempio art.13: “la libertà personale è inviolabile”. Questo mi basta ed avanza in quanto a libertà. Qualche perplessità invece suscita in me l’eguaglianza. Una domanda sorge spontanea: in che cosa uguali? E’ un termine che è molto relativo. Si vorrebbe essere uguali al fondatore,che pare percepisca 370mila euro /annui. Difficile per un comune cittadino. Uguali di fronte alla legge? La costituzione lo dice ma c’è chi afferma che le leggi per gli amici si interpretano ,per gli avversari o nemici si applicano. E sarà sempre così. Uguali in altezza? Magari. In talento? Magari, anche se la scuola attuale ci mette tutta la sua volontà. E che dire di Samuel Colt, forse uno dei precursori dell’uguaglianza: ““Dio creò gli uomini diversi, Samuel Colt li rese uguali”. Un altro fissato per l’uguaglianza fu un certo Procuste, leggendario personaggio : chiunque passava nel suo territorio veniva reso a misura del suo letto, accorciato o allungato negli arti da Procuste. Ecco così, li rendeva uguali. E che dire della rivoluzione francese? Liberté,egalité etc. Su libertè avrei i miei dubbi , su egalité forse no.difatti resero la maggior parte senza testa, un modo come un altro di essere uguali. E non mi dilungo oltre per non essere tacciato di “ruota libera”. Però una cosa vorrei capire da chi me lo spieghi: uguali e chi ed in che cosa? Come ci renderebbe uguali il LeU di Grasso e dei suoi seguaci? Per essere liberi non ho problemi e non hanno problemi nemmeno i malviventi.

  2. Dice bene dignità del lavoro. Peccato che la dignità del lavoro è stata distrutta dall’arrivo incontrollato di milioni di stranieri a basso costo, per la felicità dei profittatori. Guarda caso il suo partito è sorto con come unico collante lo ius soli e la politica dell’accoglienza indiscriminata. Esattamente il contrario di quello che si doveva fare per dignità del lavoro.

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