Rianimazione, quel concorso per un posto che non esiste

I comunicati trionfanti dell’allora assessore regionale Andrea Gerosolimo e a seguire il codazzo di sindaci e consiglieri, il petto gonfio e l’annuncio: “Dopo anni finalmente arriva il nuovo primario di Rianimazione”. Correva il mese di gennaio e una nuova vita si annunciava per l’ospedale peligno, o almeno un nuovo corso si sperava.
E invece ancora niente: a due mesi e più dalla pubblicazione della graduatoria del concorso in questione, un primario a Rianimazione a Sulmona non c’è.
Cosa più grave, anzi, rischia di non esserci ancora per lungo tempo, perché, ad oggi, non si sa neanche se quella procedura espletata dalla Asl sia legittima. O ancora possa essere soggetta a ricorsi, visto che sulla carta, quel concorso, è stato fatto senza che quella posizione fosse prevista, non ancora almeno, sulla carta. Un po’ come la storia della pelle dell’orso, insomma, venduta prima ancora di andare a caccia.
Ma andiamo per ordine: a fine gennaio la Asl dà seguito ad un concorso pubblico per la nomina di un primario di Rianimazione (concorso bandito nel 2015) che, secondo le modifiche apportate dalla stessa Asl al Piano aziendale e quindi allo schema di riorganizzazione fatto dalla Regione (o meglio dal commissario alla sanità), prevede per questo reparto la creazione di una Uoc (unità operativa complessa) al posto di una unità operativa semplice. Un primario, insomma, che viene strappato al reparto di Lungodegenza (destinato a diventare unità semplice).
La modifica fatta dalla Asl, però, non passa per la Regione che al ministero ha consegnato la sua di riorganizzazione della rete ospedaliera, quella per capirsi dove l’unità complessa è prevista a Lungodegenza e non a Rianimazione.
Un problema risolvibile, perché non è solo questa Asl ad aver previsto variazioni della rete predisposta dalla Regione, fermo restando le unità complesse assegnate. Ma il passaggio non è stato ancora fatto, tant’è che il Piano aziendale, dal quale dipendono le attivazioni delle diverse unità operative, complesse e non, non può essere ancora operativo per la mancanza della delibera regionale necessaria.
“L’approvazione dovrebbe esserci a breve – assicura l’assessore alla Sanità, Silvio Paolucci – probabilmente anche in settimana. Solo dopo che il Piano aziendale, così modificato, sarà approvato dalla Regione, si potrà però dare seguito alle nomine”.
Il problema potrebbe essere però che quel concorso non sia valido o sia comunque appellabile, perché, nella sostanza, fatto prima che la posizione fosse aperta. Con una discrepanza tra l’organigramma vecchio e quello nuovo previsto dalla nuova rete ospedaliera.
La graduatoria, che ha selezionato una terna di nomi su sette concorrenti individuando l’attuale reggente Vincenzo Pace con il punteggio più alto e altri due ex aequo (Rosaria Paola Coletta e Luigi Panella), rischia insomma di essere invalidata prima ancora che la Asl decida chi dei tre dovrà ricoprire il posto da primario.

1 Commento su "Rianimazione, quel concorso per un posto che non esiste"

  1. bene,i nostri politicialtroni sono campioni negli annunci,nelle dichiarazioni,comunicati stampa,tavoli,sedie di confronto,banchetti,poltrone,spettacoli con magiche illusioni,il tutto per i numeri statistici dei passaggi pubblicitari,spot per la momentanea visibilita’….
    in assenza di servizi,benefici ai Cittadini naturalmente…addirittura ora anche il piano delle maxi emergenze,presidenti,assessori,consiglieri,sindaci,manager e’ tutto un annuncio del nulla,altro che primario,mancano le “primarie” necessita’ negli ospedali,le priorita’..
    scadute le medicine,incluse strutture,tecnologie,ecc,per non parlare delle liste di attesa…
    I bilanci sono stati bocciati da tutte le Autorita’ di controllo,le casse sono vuote, debiti fuori controllo,mentre si annuncia,annuncia,annuncia…o no?

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