Un commercio che boccheggia quello sulmonese che, tra l’agognata stagione degli sconti e qualche turista fedele al made in Italy, cerca di restare a galla. Dalla notte dei saldi, uno dei momenti di maggior picco della curiosità cittadina, ad oggi, la situazione delle vendite si presenta eterogenea, l’analisi dell’andamento degli incassi variabile, c’è chi parla di un primo bilancio positivo, chi, numeri alla mano registra un sensibile calo chi, invece, presenta una situazione in linea con lo scorso anno confidando nell’agosto caldo, per attendere gli storici clienti del post ferragosto e poi farlo quel bilancio.
Loro, i titolari delle attività alle prese con affitti alle stelle, ricordando la media dei 1500 euro per poche decina di metri quadrati, fermi da anni e da amministrazioni, nonostante le promesse di tutti quelli che al giugno elettorale, vincitori e vinti, “avevano nel cuore la questione del commercio e del centro storico”. Stanchi anche di chiederla quella cedolare secca e l’affitto concordato, appello divenuto ormai un boomerang, che nonostante i lanci e rilanci torna sempre indietro. Un cambio di marcia quello invocato dai commercianti, categoria che a volte non riesce a

Archiviato o quasi, invece, l’allarme sulla questione zona industriale e galleria commerciale, vista dai più come una potenziale minaccia per il cuore dell’urbe. Un misunderstanding alla base della polemica a quanto pare, che aveva animato non poco le associazioni di categoria. Se approderà, quando e come non si sa, di certo non sarà di 25 mila metri quadri ma al massimo 2 mila e cinquecento. Insomma sulla vicenda zona industriale “una commedia degli equivoci” ha chiosato Franco Ruggieri.
Intanto le vetrine si riempiono di ulteriori ribassi, l’obiettivo è sempre quello “non andare in perdita”.
Anna Spinosa
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