Ricostruzione, strada in salita. I costruttori battono cassa

Qualche cantiere ha rimesso in moto le ruspe: i 2,5 milioni di euro di stato avanzamento lavori già erogati da palazzo San Francesco in un mese, hanno permesso infatti di riattivare qualche impalcatura, qualcuna non ancora montata, qualcuna smontata in attesa dei soldi. Altri 1,2 milioni di euro sono arrivati in cassa ora e presto ridaranno ossigeno alla ricostruzione. Dei lavori avviati, per un totale di 7 milioni di euro da pagare, insomma, quasi la metà è stato finanziato. E non c’è motivo di dubitare sul fatto che anche il restante 50% dei soldi attesi arriveranno man mano che si svuoterà la cassa: “Sotto questo punto di vista – spiega l’assessore Antonio Angelone – la macchina burocratica si è messa a regime, ma i problemi in prospettiva sono altri sulla ricostruzione”.
Se ne è parlato oggi nella riunione che il Comune ha avuto con l’Ance, incontro fissato proprio per fare il punto della situazione e non solo sul post sisma.
A pesare come un macigno sul futuro è in particolare il destino dell’ufficio di Fossa che il nuovo governo non ha ancora provveduto a rinnovare: “Quello delle nomine è un problema molto serio di cui si parlerà l’8 ottobre in una riunione dei sindaci – continua Angelone – siamo molto preoccupati perché possiamo produrre quanto ci pare all’ufficio sisma, ma se non funziona Fossa è come se il flusso dei soldi venisse bloccato alla fonte”.
Pronti all’incasso, Fossa permettendo, di nuove pratiche approvate a Sulmona ce ne sono quattro per un valore di 3 milioni di euro (tra cui il popoloso palazzo ferrovieri di via Volta), parte delle diciassette pratiche che sono state ritirate dall’Utr di Goriano (di cui, come tutti gli Utr, non si conosce il destino). Si tratta di edifici di categoria B ed E, in attesa che si aprano le cartelle degli aggregati, per un valore complessivo di 9 milioni di euro.
Sperando che non facciano la fine delle A che, alla fine, sono state letteralmente decimate dalla burocrazia: delle 200 pratiche presentate, infatti, solo 30 sono state integrate nella documentazione come richiesto e solo 14 hanno finora ottenuto il contributo (tra l’altro di massimo 10mila euro). Quanto basta per ritenere che circa 170 pratiche resteranno senza rimborso.
Poi ci sono i 71 progetti per la mitigazione del rischio sismico: 2 milioni di euro che attendono nel cassetto da anni di essere erogati. “Abbiamo avuto problemi nella verifica delle graduatorie, tanto che ne sono state fatte tre finora – continua Angelone – ma anche nel personale con l’addetta alle verifiche tecniche che è andata in maternità. Proprio oggi abbiamo nominato due nuovi responsabili (uno tecnico e uno amministrativo) e soprattutto abbiamo dato mandato perché non si perda più tempo con le graduatorie, ma si provveda ad erogare i finanziamenti subito alle pratiche che sono state già oggetto di verifica e ne sono una ventina”.
Fare in fretta, insomma, perché la città e l’economia aspettano da troppo tempo e anche perché, e questo è un altro problema grosso, la convenzione con Abruzzo Engineering per l’utilizzo di tre ingegneri a servizio dell’ufficio sisma scadrà a fine dicembre e non si sa ancora se potrà essere rinnovata, visto che il Cipe non ha ancora coperto economicamente il servizio.
“All’Utr di Goriano abbiamo ancora una ventina di pratiche B ed E parcheggiate – conclude l’assessore – le prenderemo per lavorarle man mano che smaltiremo le diciassette che abbiamo già riportato a casa. Se si scioglie l’ufficio sisma, ovvero se vanno via i tre ingegneri, ai quali è stato necessario del tempo per mettersi a regime, infatti, è inutile riempire i cassetti di pratiche che nessuno potrà lavorare. Nella speranza che anche l’Utr possa ripartire”.

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