Riserva Borsacchio, sit-in di protesta all’Aquila. Febbo: “Dagli ambientalisti critiche ideologiche”

Il ridimensionamento della Riserva del Borsacchio continua a tenere banco. La riperimetrazione dell’area protetta, che vedrà scomparire circa il 98% della Riserva, ha suscitato le ire dei comitati ambientalisti di tutto l’Abruzzo e non solo. Oltre 250 organizzazioni e più di 17.000 persone hanno sottoscritto l’appello per la difesa della riserva. Martedì 30 gennaio, all’Aquila, si terrà un sit-in di protesta davanti al Consiglio regionale per chiedere un incontro al presidente Marco Marsilio.

“Spiace verificare che si continui con le solite falsità sulla questione della Riserva del Borsacchio e questa volta a farlo sono alcune associazioni ambientaliste – ha tenuto a commentare il capogruppo di Forza Itlia, Mauro Febbo -. Voglio ribadire che ho sempre mostrato la volontà al confronto partecipando anche alla seduta del Consiglio comunale di Roseto, dove peraltro sono stato anche insultato senza essere difeso né dal sindaco né dal presidente del Consiglio comunale. La Riserva del Borsacchio non è stata affatto cancellata ma abbiamo semplicemente ripristinato la legalità perché le biodiversità da difendere vivono nei 25 ettari, di contro è molto triste vedere come le associazioni non sentano la necessità di confrontarsi con mondo agricolo che per 19 anni è stato vessato, mortificato e affossato economicamente a causa di una inattività che non ha precedenti. In 19 anni non è stato approvato il Pan per cui sono scattate le norme di salvaguardia che sono molto penalizzanti. Ma sfugge, ai cosiddetti ambientalisti, quanto disposto dall’articolo 69 della legge n.6/2005 (comma 19) che prevede una serie lunga ben due pagine di prescrizioni che si vanno a sommare alle norme di salvaguardia previste”.

“Questo conferma che la loro è solo una posizione ideologica e faziosa – conclude -. Ripeto, mai mi sono sottratto al confronto e in questi giorni mi sembra di rivedere quanto accaduto qualche anno fa per il Parco della Costa teatina con migliaia di firme raccolte e tante manifestazioni animate da motivazioni alle quali ho sempre risposto con i fatti. Fatti che mi hanno dato ampiamente ragione e oggi il Parco non c’è e non ne parla più nessuno mentre in quel territorio l’economia agricola, quella turistica, quella industriale e quella commerciale stanno vivendo una stagione positiva con una crescita esponenziale”.

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