Sanità sangrina, la risposta di Caruso alla minoranza

Avevano accusato di arroganza sia il sindaco che la presidente del Consiglio comunale, per il gruppo di minoranza a Castel di Sangro, Progetto Comune, arriva la risposta del primo cittadino Angelo Caruso pronto a stigmatizzare l’atteggiamento dell’opposizione che ha preferito abbandonare la seduta.

Caruso sottolinea come la sua condotta “sia stata assolutamente immune da vizi, poiché ho contenuto il mio ruolo nell’ambito delle prerogative di membro dell’assise, depositando ed illustrando ad inizio della seduta un ordine del giorno che ripercorreva le tappe su cui si è articolata l’azione del Consiglio sul tema della sanità, non ricevendo di contro alcun rilevo da parte del gruppo di minoranza”.

Stessa difesa per la presidente D’Amico pronta a rigettare le accuse, convinta della sua imparzialità nel condurre il consiglio di venerdì scorso.

“Censure fuori luogo” per i due soprattutto in considerazione del documento in procinto di essere approvato in cui si definiva “la ferma volontà del Comune di Castel di Sangro e dell’intero territorio al mantenimento del presidio ospedaliero, potenziandone le attività ed i servizi previsti ed eseguibili presso lo stesso nosocomio; la reiterazione della richiesta di attivazione di un tavolo per la definizione dell’accordo di confine con la Regione Molise e con la ASL Molise; la richiesta alla Regione Abruzzo ed alla ASL 1 di revisionare l’atto aziendale – con particolare riferimento alle organizzazioni dipartimentali – poiché si possa arrivare a rendere possibile la mobilità del personale medico all’interno dei vari presidi ospedalieri; il sollecito alla ASL 1 e l’Assessorato alla Sanità all’assunzione urgente di provvedimenti necessari per la risoluzione delle criticità presenti all’interno del presidio ospedaliero e della sanità territoriale”.

Insomma, per il sindaco Caruso si tratta di una posizione univoca del Consiglio sulla questione sanità, necessariamente da tradurre in documento ribadendo, quindi, il carattere strumentale delle polemiche. Dalla sua la minoranza aveva lamentato l’imposizione della votazione su un “documento precofenzionato e non condiviso dai partecipanti”.

S. P.

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