Scuole senza mensa, genitori e studenti a lezione di “cucina”

Più che un vademecum è uno “strict regulations”: un severo elenco cioè di cose da fare e non fare di cui i genitori devono assumersi ogni responsabilità. Nero su bianco. La lettera è arrivata ieri nelle case delle famiglie degli studenti della scuola Lombardo-Radice e Ovidio e serve a deresponsabilizzare la scuola “in caso di episodi da malattie trasmesse da alimenti e di qualunque conseguenza pregiudizievole, riconducibile ai pasti di preparazione domestica”. Non prima di “aver istruito adeguatamente il proprio figlio sul divieto di condividere il proprio cibo con i compagni o di assaggiare il cibo altrui”.
E già ci se li immagina, ragazzini dai 3 ai 13 anni, guardarsi in cagnesco all’ora di pranzo mentre il compagno di banco consuma le sagne fatte in casa, a fronte del salutare e un po’ meno gustoso passato di verdure. “Me ne dai un po’”, “no, non posso o io vado in punizione e mamma e papà in galera”.
Ci sarebbe da ridere, in effetti, se la situazione non fosse grave e anche un po’ paradossale, perché alla fine tutto questo Amba Aradam, pensare, è solo l’ennesimo frutto di una burocrazia che non funziona. E non solo perché le mense dovevano partire e non lo hanno fatto, doveva partire la gara e non lo ha fatto (bisognerà aspettare qualcosa in più del primo novembre molto probabilmente, visto che il consiglio comunale ci sarà il 18 ottobre e solo dopo il voto in aula si potranno avviare i tempi della gara), ma anche perché, sembra, la preside ha provato, senza esito e successo, con ripetute richieste ad Asl e Comune a fissare un incontro per decidere e condividere un disciplinare: come fare in attesa che il servizio torni, insomma, evitando che i ragazzi si ingozzino di soli panini.
Visto il silenzio imbarazzante, almeno quanto tutta questa vicenda di mala-amministrazione, la dirigente ha così elaborato il suo severo prontuario, ovvero la temuta “circolare 15“.
La responsabilità di quel che accade è tutta dei genitori; il pasto portato da casa va conservato a temperature idonee ad evitare contaminazioni e deterioramento e quindi che il cibo non sia di quello che va conservato a basse temperature (tra 0 e 4 gradi) o che va riscaldato; i cibi dovranno essere porzionati o porzionabili dal minore e serviti esclusivamente in contenitori infrangibili: niente vetro e scatolette che tagliano le mani, forchette e coltelli solo di plastica e con punta arrotondata e ancora tovagliette al seguito per evitare di sporcare i banchi da riporre poi non lavate in contenitore ermetico o, se monouso, da smaltire negli appositi secchi. E ancora: il pasto dovrà essere fornito ai ragazzi prima di entrare a scuola, non durante le lezioni, né prima del pranzo stesso; il modello di dieta dovrà essere equilibrato e mediterraneo e soprattutto tutti i genitori dovranno fare lezioni ai figli su come si mangia senza sporcare e senza dare cibo ai compagni.
Per chi non rispetta o non può rispettare le regole, c’è sempre “l’ora d’aria”: ai genitori sarà consentito di riprendere i figli a scuola per un’ora, dalle 13,30 alle 14,30, per farli mangiare a casa. Neanche il tempo di un caffè… d’orzo ovviamente.

1 Commento su "Scuole senza mensa, genitori e studenti a lezione di “cucina”"

  1. bene ,il politico Pilato avrebbe sicuramente fatto meglio…il popolino pure,basterebbe chiedere alle Autorita’ di controllo se quanto accade e’ nel pieno rispetto delle Leggi,iniziando dalla scuola tutto in regola,permessi,certificazioni,nulla osta…passando alla mensa,contratti alla mano,approfondimenti,controlli,rispetto alla lettera di quanto previsto…poi i cialtroni delle poliitica,amministratori del nulla,tutto in regola e nei tempi stabiliti dalle Leggi,per arrivre ai dirigenti,le negligenze sono punite dalle attuali disposizioni…dunque? Coraggio genitori,con un po’ di consapevolezza i risultati arrivano,
    basta sudditi,o no?

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