Sede Confindustria a Pescara, l’ira dell’Ance

“Fosse anche la mia ultima campagna di presidente ANCE andrò fino in fondo a una storia di ingiustizia palese e di tracotante offesa”. Con queste parole il presidente di ANCE L’Aquila Gianni Frattale annuncia battaglia sulla vicenda del trasferimento della sede di Confindustria regionale passata lo scorso mese di marzo da L’Aquila a Pescara.

“L’ennesimo tentativo di spoliazione delle funzioni di capoluogo sede naturale degli organismi di sistema e di quelli istituzionali” lo definisce Frattale contro cui lui stesso, insieme ad ANCE Abruzzo sta portando avanti una “battaglia di principio” non solo a tutela della legittimità di atti istituzionali ma anche per il ripristino “dei pesi all’interno della realtà confederale”.

Una realtà nella quale “L’Aquila per il fair play non ha mai rivendicato il maggior peso della sua rappresentanza” spiega Gianni Frattale di fronte al numero crescente dopo il sisma delle imprese iscritte all’interno dell’associazione dei costruttori. Numeri che avrebbero potuto modificare “l’antica consuetudine della simmetrica composizione degli organismi dirigenti e di turnazione degli incarichi di vertice tra le quattro province” che invece la provincia aquilana ha sempre rispettato, senza tener conto delle differenti dimensioni. Un fair play “mal ricambiato” dalla Confindustria della costa che ha continuato a “spolpare l’osso fino al midollo” con il trasferimento di sedi istituzionali anche se oggi ridotte a “mero simulacro di opportunità diplomatica”.

Circostanza resa ancora più grave, prosegue il presidente ANCE L’Aquila, dal mancato rispetto degli statuti “che assegnano alla nostra componente un peso decisionale diverso da quello rappresentato nel voto che ha ratificato il trasferimento”. Voti sui quali le richieste di chiarimento avanzate nel corso di cinque mesi sono rimaste senza risposta da parte degli “artefici del colpo di mano che non sono in grado di dimostrare il rispetto del quorum nella votazione” che trasferendo la sede regionale a Pescara ha di fatto “svalutato il peso di ANCE Abruzzo nel calcolo dei voti”.

Richieste che nulla hanno sortito se non “chiamate di deferimento ai probiviri di Confindustria” per Gianni Frattale che, nonostante tali tentativi di scoraggiamento, non cede e dichiara che “non si farà mettere bavaglio” fino a quando la piena legittimità non verrà ripristinata perché, conclude il presidente ANCE L’Aquila “prima che ai probiviri intendo rendere conto alla mia comunità di imprese e concittadini umiliati con indifferenza intollerabile”.

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