Una assurda e crudele storia di bullismo che il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Giorgio Di Benedetto, non ha voluto “derubricare” a “ragazzata”.

Così Mirko Facchini, ventidue anni di Sulmona, personaggio noto alla polizia nonostante la giovane età, è stato condannato a due anni di reclusione per lesioni aggravate, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno che si dovrà decidere in sede civile, dove l’avvocato del diciottenne, Giovanni Mastrogiovanni, ha presentato una prima e parziale stima di 30mila euro.
Una pena esemplare che è tre volte quella che la stessa accusa aveva chiesto: otto mesi tenendo conto del rito abbreviato. Un segnale ad un mondo di giovani-adolescenti che sempre e troppo più spesso ricorrono alla violenza, bruta e brutale, per dirimere litigi e discussioni.
Solo che questa volta oltre all’aggravante della brutalità, c’è anche quella del futile motivo: una sigaretta che la vittima si era rifiutato di offrire all’aggressore. Un nulla che ha scatenato una reazione selvaggia, condita anche dalle minacce a non parlare “altrimenti avrebbe finito l’opera”.

Poi le indagini della polizia, la denuncia e l’arresto di Facchini, ritenuto già allora dal giudice pericoloso e brutale. Ora la condanna, netta e senza sconti, sperando che serva di monito per i giovani dalle mani facili e di incoraggiamento a quelli che, spesso silenziosamente, ne subiscono gli atti di bullismo.
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