Snam, i comitati divorziano dalla politica. Spuntano quattro ricorsi

A farlo sbottare ieri, a fine consiglio comunale, l’assenza, l’ennesima, di confronto (guarda video -Snam, la protesta in Aula- nella sezione “de visu”).  Il dialogo manca spiega Antonio Franciosa del comitato per l’Ambiente Sulmona,  “così come da sempre è mancato un intervento incisivo”, a cui si aggiunge una delibera carente in diversi punti che, nel ribadire i concetti già espressi nelle otto che l’hanno preceduta, tutte invocate dai comitati cittadini, non inserisce specifiche analisi e strategie.

“Un’assemblea che sembra non tenere conto del fattore tempo su quella centrale, tempo che sta per scadere e siamo fermi solo a confermare la contrarietà senza un intervento politico amministrativo”.

Perché insomma dopo dieci anni di battaglie, in prima linea per la difesa del territorio confrontandosi con studiosi, ambientalisti, tecnici, alla febbrile ricerca di carte a cui appellarsi, sentirsi negare la parola, non ascoltare chi forse sull’argomento ne sa qualcosa perché, come giustifica la presidente Di Marzio, l’intervento doveva essere programmato, ti fa uscire fuori dalle grazie.

Franciosa torna a ricordare le lancette che scorrono su quell’opera e a sostenere le ragioni di un territorio, che la presenza di una centrale, di un metanodotto mette a serio rischio, la Snam in fondo davanti a sé sta trovando una strada facile per procedere all’intervento.

“Forse non è chiaro che quel consiglio era una delle ultime, se non l’ultima, chance di trovare una soluzione, poi l’assise si ferma, la delibera da integrare che però nei fatti resta mancante di diversi fattori, non specifica quali e quanti sindaci, comuni, enti sono contrari, non inserisce azioni e strategie, né gli studi del geologo Aucone che non è di questo territorio e non parla per interesse personale, i documenti medici Isde, non pensa ad una lotta comune, non entra merito dell’impatto ambientale. Basta con questo sistema tampone”.  Ma la domanda che Franciosa e gli altri si pongono è “dove è l’assessore alle Aree interne? Perché Gerosolimo non è stato chiamato ad intervenire?”.

La politica ha il dovere di agire, ora la palla è nelle sue mani. Troppo lassismo, troppo tempo perso in tutte le amministrazioni che si sono succedute, sottolinea Franciosa, le argomentazioni di ieri, ma anche quelle dei mesi precedenti, non hanno convinto il comitato che per questo procederà con il ricorso autonomo al Tar. Continueranno con incontri per informare i cittadini, per confrontarsi e trovare una via possibile e a breve convocheranno un’assemblea pubblica.

Dal 2004 il comitato ha iniziato la sua lotta, guadagnando di fatto tempo su quell’avvio dell’opera a Casa Pente che ora invece sembra aver prossima la partenza, “non abbiamo gli atti,  non sappiamo quando procederanno, chiediamo alla Regione se abbiano ricevuto comunicazioni da Roma”.

Sulle dimissioni della Casini “è stato un gesto che in parte ho compreso e che poteva essere un messaggio forte ma poco utile se non si condisce con azioni chiare e interventi mirati alla battaglia”, senza posizioni di contrasto, senza tavoli di confronto non si va da nessuna parte. “Adesso il tempo deve essere utilizzato per guadagnare altri mesi”, a chi invece dice che in fondo ce sono altri 11 di metanodotti e che questo sarà il dodicesimo,  risponde “dopo però non potrà cadere dalle nuvole”.

La cosa che rende perplessi i comitati e i tanti cittadini che ruotano attorno è come si faccia a non considerare l’elevato rischio sismico, le criticità aggiuntive del nostro territorio, la salute, l’ambiente, le motivazioni di chi ci vive, perché come ha sempre ricordato Mario Pizzola, che da oltre un decennio guida la battaglia alla centrale, metanodotti esplosi ce ne sono stati, insomma non è una leggenda metropolitana.

Nel frattempo in Regione oggi si è tenuto un vertice sulla questione Snam e si apprende in queste ore che anche la Provincia procederà con il ricorso al Tar. Che compreso quello dei comitati sono al momento quattro. Ma la quantità può voler dir poco se a sostenere la causa non c’è anche la politica.

Anna Spinosa

 

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