Soppressione Utr: sciopero partecipato, una delegazione incontra la Di Girolamo

Sciopero sentito oggi per i lavoratori degli Utr che hanno partecipato in massa alla manifestazione congiunta proclamata da FpCgil, UilFpl e Usb Enti Locali che parlano di problema di “pubblico interesse”. Alla base della protesta la situazione degli assunti nell’ambito del concorsone del 2013, finiti poi negli uffici che si occupano della ricostruzione ed ora, con la soppressione e un contratto a tempo indeterminato nei fatti a termine, attendono di essere nuovamente ricollocati. Una delegazione è stata ricevuta dalla senatrice Gabriella Di Girolamo con l’obiettivo di comprendere il punto di vista dei lavoratori stessi.

Il decreto di soppressione, infatti, prevede “un accentramento organizzativo e logistico del personale presso l’Ufficio Speciale per i Comuni del Cratere senza però avviare le necessarie contestuali fasi di concertazione e contrattazione dei protocolli di intesa per tutelare i diritti dei lavoratori”. Oggi, dunque, è stata chiesta l’intercessione del governo per risolvere definitivamente un’annosa problematica. “Questi lavoratori- spiegano i sindacati-, vincitori del concorso pubblico Ripam Abruzzo del 2013 per posti a tempo indeterminato, sono stati contrattualizzati con Enti Locali (Comuni) che non hanno e non avranno capacità di riassorbimento, prefigurando la condizione risolutiva del rapporto di lavoro nel 2023”. I sindacati non le mandano a dire e accusano Comuni ed enti locali di una certa inerzia.

L’attenzione dimostrata dalla Di Girolamo, tuttavia, non basta a far cessare lo stato di agitazione almeno fino a quando non si arriverà ad una “completa risoluzione della vertenza che non potrà vedere un epilogo positivo senza un passaggio in parlamento per ricondurre le condizioni dei lavoratori ad un regime ordinario- aggiungono le sigle-. Sulla vicenda si auspica l’attenzione di tutti i livelli istituzionali essendo sempre più concreto il rischio di un forte rallentamento ai processi ricostruttivi di cui non sono certamente responsabili i lavoratori già oggetto di una situazione di forte pregiudizio nella sfera dei loro diritti, ma sicuramente imputabile a scelte opinabili da parte dei governi succedutisi”.

S. P.

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