Spesa in Abruzzo, tra le più care d’Italia

Tra le regioni più care d’Italia prende posto, nella top ten, anche l’Abruzzo. Dunque la regione del centro sud entra nella classifica delle più costose stilata dall’associazione dei Consumatori su dati Istat relativi all’inflazione di agosto dei capoluoghi di regione e delle regioni.
In Abruzzo l’inflazione dell’1,8% genera una spesa annua supplementare di 664 euro.
In testa in termini di rincari, il consueto Trentino Alto Adige, dove l’inflazione del 2,7% significa, per una famiglia di 4 persone, pari a 1460 euro su base annua insomma non poca cosa.  Tra le città dopo Bolzano e Trento c’è Firenze, dove l’inflazione dell’1,4% comporta un aggravio annuo di spesa di 702 euro. Regioni e capoluoghi questi che per altro verso si attestano virtuose e produttive.
In Abruzzo l’ultimo dato sull’occupazione ha parlato di crescita pari a 21 mila unità un incremento che da un lato fa ben sperare dall’altro ci riporta alla realtà degli ultimi anni come spiega il dottor Ronci “Non bisogna farsi troppe illusioni in quanto l’incremento di 21mila unità non fa che compensare l’altrettanto notevole decremento di 18 mila unità registrato nel primo trimestre 2017, il peggiore degli ultimi dieci anni”.

Seppur in un guizzo accennato nell’occupazione la regione verde d’Europa vanta ben altri record e problemi come quello del decremento di 11 mila e 692 abitanti, diminuzione per il terzo anno consecutivo.  Chi per lavoro, studi, insomma di necessità virtù lascia la regione a volte senza farne ritorno. È proprio la bella città ovidiana ad accusare negli anni i numeri più alti della fuga, Sulmona assieme ad Ortona infatti  taglia il primato di calo demografico,  perdendo ben 515 abitanti registrando una flessione importante, con meno 2,06.
A mancare oltre le prospettive lavorative, professionali sono quelle universitarie di formazione e di attrazione e servizi. Si aggiunge poi nel sistema Abruzzo i logaranti problemi del commercio, dell’artigianato, dell’imprenditoria ( costruzioni, manifstturiera etc) si cerca di restare a galla, la crisi continua a sentirsi e il coltello gira ancora nella piaga con un sistema del credito che come analizzato solo pochi mesi fa dal professor Ronci, non funzionerebbe, incassa dai risparmiatori e non eroga a chi ha bisogno. Le parole di Ronci in uno studio per Cna, spiegano  insomma che “le banche ingrassano” e non favoriscono le imprese che vanno  in affanno con crescita pari a zero.
E in questo clima di sopravvivenza tra alti e bassi e speranze, agli abruzzesi tocca fare ora i conti anche con la Regione fresca di investitura nella rosa delle 10 più care d’Italia

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