Su Magneti Marelli Bracco e Capaldo invocano la Regione: “La dignità va garantita”

Un clima ai limiti dell’intimidazione. E’ così che il consigliere regionale, Leandro Bracco, e il circolo di Sinistra Italiana della Valle Peligna con Domenico Capaldo definiscono ciò che sta accadendo all’interno della Magneti Marelli dove qualche giorno fa è stato licenziato un altro operaio. A dare man forte, secondo i due, c’è “la condizione lavorativa si fa sempre più precaria fra turni stressanti, caldo asfissiante con condizioni di lavoro estremamente difficili e un sindacato che sempre più in difficoltà non riesce a difendere i lavoratori anche per via di accordi sottoscritti che impediscono qualsiasi azione di lotta immediata”.

“Andrebbe infatti prima espletata – suggerisce il consigliere – la cosiddetta ‘procedura di raffreddamento’ prevista nel Contratto collettivo separato che i sindacati, eccetto la Fiom-Cgil, hanno sottoscritto e che ora li vincola impedendo di fatto la proclamazione dello sciopero in maniera immediata. Il giusto appello all’unità fatto alle organizzazioni sindacali da parte proprio della Fiom-Cgil – sottolinea Bracco – evidenzia l’esigenza di far fronte comune rispetto a un modo di agire aziendale a dir poco sui generis che finora ha prodotto tre licenziamenti, provvedimenti disciplinari di grave insubordinazione e raffiche continue di visite fiscali”.

Uno stato dell’arte molto simile alla Sevel e alla Honeywell in Abruzzo, acuito dalla paura del licenziamento e dalla disoccupazione, “Chiediamo all’esecutivo regionale – concludono Leandro Bracco e Domenico Capaldo – una seria riflessione riguardo le condizioni in cui si ritrovano a operare i lavoratori della Magneti Marelli di Sulmona. Siamo fermamente convinti infatti che a prescindere dalla doverosa produzione per la quale ogni singolo operaio si deve impegnare, la dignità sul lavoro debba essere garantita a ogni lavoratore. Senza se e senza ma”.

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