Tar ignorato, la Tiburtina resta chiusa

L’ordinanza del tribunale amministrativo di Pescara che ha accolto la sospensiva per il ricorso presentato dal Comune di Popoli, finora, non è bastata: la strada Tiburtina Valeria, chiusa il 6 luglio scorso dall’Anas per eseguire dei lavori, non ha infatti riaperto al traffico veicolare né ieri, né oggi, come pure avrebbe dovuto fare.

Tant’è che questa mattina il prefetto ha convocato le parti chiedendo spiegazioni e soprattutto invitando a rispettare quella che è la decisione dei giudici amministrativi, che nessuno è al di sopra della legge, neanche l’Anas. Anche se in modo sibillino il Tar, pur accogliendo la sospensiva, stabilisce che “l’ordinanza impugnata continuerà ad avere vigore”. Che a capirlo il Tar ci vuole un ermeneuta.

Da quanto è trapelato l’Anas avrebbe addotto motivazioni tecniche e operative: con i lavori ormai partiti, infatti, sarebbe troppo complicato togliere i divieti o operare contestualmente al passaggio di auto e camion che, per questo, continuano a passare nei centri abitati di Corfinio e Vittorito, con i residenti ormai esasperati.

Nella riunione, in verità, sembra che gli animi si siano accesi in una sorta di scaricabarile tra la stessa Anas e la Starda dei Parchi, perché il vero problema è che la chiusura reiterata del casello autostradale di Bussi-Popoli ha di fatto isolato la Val Pescara da dove, per andare a Roma, bisogna o tornare indietro al casello di Torre de’ Passeri o avventurarsi nella lunga traversata della Valle Peligna (di giorno) e, con la chiusura anche del tratto autostradale in notturna tra Sulmona e Cocullo, della Valle del Sagittario fino a Cocullo (di notte).

L’A25, insomma, prospetta l’Anas, potrebbe essere usata come strada alternativa, fermo restando che qualcuno dovrà farsi carico del pagamento del pedaggio per gli automobilisti a cui non viene prospettata un’alternativa percorribile e plausibile.

Il prefetto dal canto suo ha dato l’ultimatum agli attori in campo: entro domani alle 5 dovrà essere trovato un accordo o una soluzione, a costo di riaprire la strada “con le ruspe”.

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