Il teatrino delle dimissioni, non tutti pregano per la Casini

E’ una preghiera non condivisa quella rivolta al sindaco dimissionario Annamaria Casini perché torni sui suoi passi e ritiri la rinuncia alla fascia tricolore. Dopo l’invito firmato da diciassette sindaci del territorio e una lettera con cui il presidente Luciano D’Alfonso chiede alla sindaca di ripensarci anche in vista di presunti incontri da tenere sul caso Snam al ministero la prossima settimana, arriva infatti anche la posizione degli amministratori di centrodestra che, nei loro ruoli, attraversano e spaccano anche le amministrazioni guidate dai sindaci “della preghiera”. Segno che la questione delle dimissioni sembra sempre più una prova di forza politica, che una necessità di radunare le forze per la battaglia.
Tra gli otto firmatari del documento con cui si invita la Casini ad “evitare gli artifici mediatici” delle invocazioni, “espediente per farla uscire dall’impasse politico”, ci sono infatti anche i nomi del vice sindaco di Campo di Giove Stefano Di Mascio e del capogruppo di Anversa Gabriele Gianni, i cui rispettivi primi cittadini hanno invece firmato il documento pro-Casini. E poi ancora le firme dei sindaci di Pratola (Antonella Di Nino), di Raiano (Marco Moca), di Villalago (Fernando Gatta), di Vittorito (Carmine Presutti), il vice di Corfinio (Giovanni Presutti) e la consigliera comunale di Sulmona Elisabetta Bianchi.
Diretto e chiaro il loro messaggio: “Le dimissioni sono state un errore, pur dovuto all’emotività del momento, ma la Casini decida in autonomia cosa fare, senza appelli e documenti”. Insomma basta con questa messa in scena, la Casini si assuma le responsabilità del suo fallimento politico e decida, se vuole di riprendere in mano la situazione indicando “chiaramente la strada a partire dal ricorso affidato al professor Celotto, sulle cui modalità attendiamo ancora la comunicazione concordata, fermo restando che, come detto, riteniamo sia da preferire la strada del ricorso congiunto dei Comuni e non quella di più ricorsi separati. Se poi decide altro – si legge nel documento -, lo faccia sempre in piena autonomia e coscienza. È tempo di prendere iniziative concrete nel pieno delle prerogative istituzionali, con convinzione e nell’interesse del territorio. Basta con le strategie fini a se stesse”.

Commenta per primo! "Il teatrino delle dimissioni, non tutti pregano per la Casini"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*