Tentata estorsione a Rivisondoli: il Gup assolve i tre imputati

Assolti poiché il fatto non sussiste, è quanto dispone la sentenza del gup del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, che ponte la parola fine alla vicenda che ha visto implicati sindaco, vicesindaco e avvocato del Comune di Rivisondoli, indagati per tentata estorsione. I tre erano finiti nell’inchiesta per aver chiesto, e ottenuto, una somma di circa 20mila euro da una famiglia napoletana per chiudere una transazione per un abuso edilizio nel paese riguardante una scala su suolo pubblico.

Il Gup di Sulmona aveva accolto lo scorso settembre l’istanza di costituzione di parte civile delle persone offese, rinviando l’udienza con discussione con rito abbreviato per Giancarlo Iarussi, Roberto Ciampaglia e l’avvocata dell’ente, nonché moglie del sindaco, Tania Liberatore. Rigettata la richiesta della Procura per una condanna pari a un anno e quattro mesi.

Secondo l’accusa, i proprietari dell’immobile avrebbero ricevuto una proposta, durante un incontro in Comune, da parte dei due amministratori di versare una somma che si aggirerebbe attorno ai 20.000 euro per coprire le spese di lite prima dell’accordo. Tesi avvalorata da una registrazione di quell’incontro svoltosi in aula consiliare. I tre imputati, difesi dai legali Mariella Iommi, Franco Zurlo e Pietro Savastano, hanno ribadito a più riprese che il gesto è stato fatto ad uso esclusivo dell’interesse dell’ente. Una difesa che, assieme alla corposa documentazione, ha portato il Gup a scagionare i tre.

Una vicenda burrascosa, che nell’ottobre 2022 aveva portato il tribunale del Riesame dell’Aquila, in fase cautelare, ad annullare l’obbligo di firma e l’interdizione per il sindaco del centro montano e gli altri due indagati. La Corte di Cassazione, lo scorso febbraio, aveva rigettato il ricorso da parte della Procura di Sulmona contro la bocciatura dei provvedimenti disposti dal Gip del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli.

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