Tre anni fa, Rigopiano

Quello di oggi è il giorno del ricordo, di quella tragedia di Rigopiano lontana tre anni, era il 2017. L’Abruzzo era sommerso da una tormenta di neve, le richieste di aiuto numerose, il sistema sotto pressione. Nell’entroterra abruzzese alcune zone avevano raggiunto anche due metri di neve, alcuni paesi isolati, senza luce, pochi spazzaneve a disposizione. Nonostante l’allerta meteo, pari a 4 su una scala da 1 a 5, quello di quei giorni è stato un Abruzzo impreparato ad affrontare un’emergenza di tali dimensioni alla quale si è aggiunta la paura delle scosse di terremoto nell’aquilano che hanno raggiunto anche una magnitudo intorno a 5 gradi. La tensione tra la popolazione, gli amministratori e il mondo dei soccorsi era alta.

E’ questo il contesto generale di quel 18 gennaio a Rigopiano, quando morirono 29 persone a causa di una valanga, formata da neve e ghiaccio, che ha travolto il resort situato sul Gran Sasso, nel versante pescarese, a 1200 metri di altezza, nel comune di Farindola.

Quaranta persone in tutto al suo interno, di cui 4 bambini e 12 dipendenti, tutte in attesa di uno spazzaneve che doveva arrivare a liberare la strada e permettere loro di allontanarsi. “La situazione è davvero preoccupante” scriveva l’amministratore della struttura. Diverse le richieste di aiuto rimaste inevase. Tutti in attesa nella hall, bagagli pronti per andar via, ma poco prima delle 17 la tragedia.

Dopo circa 40 minuti il cuoco Giampiero Parete riesce a telefonare al suo datore di lavoro Quintino Marcella che lancia l’allarme ma non viene creduto. Finalmente alle 19 Parete riesce a parlare con il 118 e la carovana dei soccorsi inizia la risalita verso Rigopiano, solo il giorno dopo, a mezzogiorno, la colonna motorizzata riesce a raggiungere l’hotel. Si inizia a scavare, 11 i sopravvissuti di cui anche tutti e quattro i bambini, 29 le vittime.

La giustizia sta ancora lavorando per cercare di comprendere le responsabilità sia sull’idoneità della struttura, sul luogo di costruzione che, secondo uno studio del 1999, è zona a rischio valanghe ed ancora si indaga sul ritardo dei soccorsi.

S. P.

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