Tribunale, arriva il dress code: stop a pantaloncini, canotte e infradito

Niente ciabatte in aula di tribunale, né shorts davanti al giudice. Con buona pace dell’estate che avanza, bisognerà stringere i denti e sudare un po’ dentro il Tribunale di Sulmona, dove dal prossimo 17 giugno entrerà in vigore il nuovo regolamento sull’abbigliamento da indossare. Per poter accedere negli uffici giudiziari di Sulmona bisognerà rispettare il dress code imposto dalla disposizione adottata dal procuratore capo della Repubblica di Sulmona, Luciano D’Angelo.

Divieto assoluto di pantaloni corti il cui margine inferiore non raggiunga la caviglia. Niente infradito o ciabatte. Stop anche alle canottiere e altri indumenti che non rispettino i criteri di “professionalità e decoro richiesti per un ambiente giudiziario”, come recita il nuovo regolamento.

“Con l’arrivo della stagione calda, si è constata la presenza – si legge nel dispositivo -negli uffici giudiziari di Sulmona, sia nei corridoi che presso le cancellerie, di numerose persone in abbigliamento non adeguato al decoro dell’ufficio. Pertanto appare necessario disciplinare in modo cogente ciò che si riteneva poter essere regolato dalla mera applicazione dei comuni principi di buona educazione”.

7 Commenti su "Tribunale, arriva il dress code: stop a pantaloncini, canotte e infradito"

  1. La dignità si vede nella vita privata e nella mancanza di vizi ….E aggiungo che spesso
    i meglio imbellettati sono i peggiori zozzoni !

  2. La sanzione in cosa consiste?

    100 nerbate sul sedere?

  3. Non è l’abito che fa il monaco.Il decoro dovrebbe essere esclusivamente morale.

  4. Personalmente non la vedo così negativa la cosa.
    Il problema parte più lontano, ed è un problema di educazione civica più che di abbigliamento.
    Altro problema sarà farlo rispettare all’interno della struttura.

  5. Più che giusto, a parte le idiozie di alcuni precedenti commenti.
    Solo un dubbio, ma non dovrebbe essere il Presidente Mazzagreco a imporre una siffatta giusta regola?

    • Ho letto i commenti precedenti e piuttosto che idiozie si può dire che si sbaglia a circoscrivere il problema della corruzione giudiziaria al solo tribunale di Sulmona perché è un problema generale in tutta Italia;che esiste e se ne deve discutere senza censura; tanto che si evoca disperatamente da anni ed anni una efficace complessiva e rivoluzionaria riforma della Giustizia se il sistema attualmente operante è rimasto con le strutture e gli
      schemi anche mentali ai tempi dello scorso secolo antecedenti al 2.6.1946.
      Bisogna arduamente dire che la corruzione giudiziaria è un male perenne biecamente radicato nella oscurità dell’ animo umano se, per i documenti storici che ci arrivano dall’ antichità, CICERONE, nel procedimento contro VERRE dovette fortemente impegnarsi in via preliminare per l’affidamento ad un giudice a lui favorevole piuttosto che un altro perché sapeva perfettamente, (e veniva socialmente tollerato) che i giudici erano tutti corrotti ed i procedimenti penali di riducevano a soltanto sceneggiate circensi a beneficio della corrività delle masse inferiori.

      Basta leggere i libri perché è tutto scritto.

      • Giusto, se chiedi alla intelligenza artificiale di parlarti della corruzione giudiziaria in Italia,ti risponde: La corruzione giudiziaria in Italia è un fenomeno complesso e preoccupante che ha un impatto negativo sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni e sull’efficienza del sistema giudiziario. Ormai basta chiedere, e non vorrei che anche l’intelligenza artificiale parla così male della magistratura perché ormai è in procinto a sostituirla nelle funzioni….

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