Turisti truffati nella casa fantasma

Si chiama “Casa Bella” e a vederla dalle foto pubblicate sul sito “Subito.it” era sembrata ad un gruppo di giovanissimi di Castellammare di Stabia, e quanto pare non solo a loro, il posto ideale per trascorrere le vacanze e qualche giorno sulla neve. Destinazione Roccaraso, via Pedemontana, in pieno centro. Arrivati sul posto giovedì scorso, però, per i giovani sciatori l’amara sorpresa: la casa non era mai stata disponibile per l’affitto, perché occupata da una coppia di anziani che, ai ragazzi, non ha potuto far altro che spiegare di essere le ennesime vittime di una truffa.
Una vacanza da dimenticare, insomma, per i dieci ventenni (tra cui anche una minorenne) che oggi ripartiranno per le loro case dopo aver trascorso quattro giorni in Abruzzo, solo la metà dei quali sulla neve come avevano programmato.


“Avevamo affittato la casa prima di Natale ed avuto con la presunta proprietaria, tale Marianna Golino, una comunicazione telefonica per giorni – racconta Giovanna, una delle vittime della truffa – giovedì scorso al nostro arrivo, però, non ci ha risposto più al telefono e dopo una verifica su Facebook e sul posto, abbiamo capito che ci aveva truffati”.


I ragazzi avevano sborsato 1.500 euro in anticipo per l’affitto dell’appartamento per quattro giorni e a quanto pare non erano stati gli unici: la fantomatica proprietaria di appartamenti, “dall’accento del nord”, sembra infatti abbia truffato nello stesso modo altri dieci gruppi di turisti.
“Abbiamo dovuto cambiare tutti i nostri piani – continua Giovanna – la giornata di giovedì l’abbiamo trascorsa tra la caserma dei carabinieri e la ricerca di un altro alloggio, che abbiamo trovato solo a tarda sera, dopo una giornata al freddo, ad Ateleta. Non è stata la stessa cosa, non la vacanza che avevamo in mente: ieri, ad esempio, non siamo potuti andare a sciare perché, essendo venuti a Roccaraso con il bus, non avevamo mezzi di collegamento per raggiungere Roccaraso da Ateleta”.
Nell’over booking registrato per queste feste in Alto Sangro, qualcuno era anche “gost”, ovvero fantasma.

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