Un brindisi per la città aperta

Si intitola Parole e… Vino e vuole essere un modo per salutare la bella stagione che, dicono i meteorologi, da domani si piomberà nell’autunno. Ma soprattutto l’evento organizzato per oggi dall’Osteria del Tempo Perso, in Vico Del Vecchio (a partire dalle ore 18,30) a Sulmona, vuole essere un momento di riflessione sulla città e sul suo destino, la sua vocazione. La location, neanche a dirlo, è quel vicolo “conteso” dove nei giorni scorsi sono esplose tutte le contraddizioni di una città che ambisce ad essere turistica, ma che si incarta tra le carte della burocrazia e la scarsa collaborazione di alcuni sulmonesi, infastiditi dai tavoli per strada, dalle luci e dalla vita. E che contro l’occupazione di suolo pubblico del locale hanno presentato un esposto.

La vicenda è nota: il locale aveva ottenuto un’autorizzazione quinquennale per dehors, aveva fatto per questo investimenti importanti, ma è stato bloccato nei giorni scorsi da una pec inviata di notte dal Comune, nella quale si annunciava un preavviso di diniego all’autorizzazione, per presunta violazione del codice della strada. Ovvero perché l’ingombro stradale non soddisferebbe per trenta centimetri quello di legge. Un atto, in pratica, che smentisce lo stesso Comune.

Il caso è stato preso subito in considerazione dalla giunta comunale che ha fatto un sopralluogo e che l’altro ieri ha convocato uffici, polizia municipale e gestori del locale, per trovare una soluzione che, carte alla mano, appare tutt’altro che facile.

La questione va al di là del caso specifico, però, perché investe il dibattito sulla città, il suo centro storico e la sua vocazione turistica: molto è stato fatto in questi anni per dare un volto diverso alla città antica, per renderla turistica, viva e, allo stesso tempo, per mediare e rispettare anche le esigenze di chi nel centro ci vive. L’approvazione dopo decenni del Piano acustico ha dato, a parte qualche inciampo iniziale, i suoi frutti: le risse del sabato sera sono sensibilmente diminuite quest’anno, così come le lamentele dei residenti. Gli eventi organizzati durante l’estate (da Muntagninjazz, ad AB Wine – organizzato tra l’altro proprio dalla gestrice dell’Osteria del Tempo Perso – passando per i mercatini vintage e fino alla “Notte bianca” in versione green e culturale) hanno dimostrato che una città elegante, propositiva, viva, è possibile e persino compatibile con le esigenze di tutti.

Turisti e non solo incantati dalle atmosfere, dalla proposta di qualità degli eventi, dal calore che solo una “città aperta” è in grado di dare.

Per tutelarla questa “città aperta” è però necessario tutelare e garantire anche e soprattutto chi lavora per renderla tale. La vicenda dell’Osteria di Vico Del Vecchio, infatti, potrebbe essere la prima di una lunga serie, perché, centimetro alla mano, per conformazione urbanistica, distanze e regole di carta non possono sempre conciliarsi con le esigenze di un “salotto buono” e da vivere.

Non è possibile, in altre parole, dover soccombere a cavilli burocratici pensati per contesti urbanistici diversi da quelli di una città dall’impianto medievale e dall’aspirazione turistica. Un modo, un regolamento, una soluzione deve esserci. Perché in mille città d’Italia così funziona, così si vive e si fanno vivere i centri storici.

13 Commenti su "Un brindisi per la città aperta"

  1. Fate vivere i centri storici ….dietro piazza XX e’ un cimitero ! Meno burocrazia per chi investe nei vicoli della città !
    Sulmona ha un potenziale enorme da sfruttare …se si abbelliscono e rida’ vita al centro storico ne uscirebbe un gioiello di città !
    Pensate se il periodo di Natale si riuscisse ad addobbare la parte dietro pizza XX con luci e mercatini di prodotti tipici …tre anni così e verrebbe gente da tutta Italia .e non solo ….

  2. Occorre dire la verità fino in fondo.
    Il centro storico vive in condizioni fatiscenti e in uno stato di abbandono gravissimo. Lo sporco l’incuria il guano di piccioni la mxxda dei cani e il piscio dei ragazzi che dopo l’una inonda i vicoli e i portoni. Gli arredi dei vari commercianti orribili altro che città turistica e balle varie. Negozi chiusi, spazi abbandonati e luoghi diventati ritrovi, al mattino per i cani, la notte per “fumo” vomiti e pisci. le manifestazioni belle grazie ai gestori ma prive di supporto e di coordinamento.
    I residenti non devono adattarsi!!!! Devono vivere come tutti i cittadini nel rispetto delle proprietà private, della salute e della partecipazione alla tutela del bene comune (che è fatto anche dalle persone).
    LE SENTENZE SONO ORMAI FAVOREVOLI IN TUTTA ITALIA verso la tutela del decoro e del vivere civile del cittadino. C’è chi ci lavora nei centri storici e chi ci ha investito in case e abitazioni.
    La storia del vicolo del vecchio così come registrata nelle “pezzo” non è corretta. Non c’era più l’accesso alla proprietà privata, persone anziane non potevano percorrere i loro accessi, i soccorsi del 118 o similari non potevano intervenire, e gli accessi perfino per i disabili erano stati compromessi. Questa la verità!!
    Sul piano rumore una vergogna perchè un pezzo di carta non fa norma se non viene attuato, controllato e sanzionato quando necessario.
    Dobbiamo smetterla di fare i caporioni, dobbiamo smettere di far valere facili dichiarazioni per tutelare voti elettorali. Sono due anni che si aspetta il progetto per il centro storico non si è stati capaci di fare nulla !! Inoltre il Centro Storico non può essere campo di tifoserie i residenti DANNO VITA E CREANO VITA GIORNALMENTE nel centro della città tutelando ciò che partecipa al proprio benessere, al benessere di chi ci viene solo la notte, al benessere del turista.

  3. SalviamoSulmona | 15 Ottobre 2023 at 12:11 | Rispondi

    Concordo perfettamente con le affermazioni di Golim.
    Massimo rispetto per i residenti e le loro rivendicazioni, ma è giunto il momento per la città di proiettare il cuore oltre l’ostacolo. Sulmona, come noto, ha potenzialità enormi, ma vincolate da lacci e lacciuoli che le impediscono di spiccare il volo. È arrivato il momento per ognuno di noi di fare la propria parte.
    L’attuale amministrazione comunale riveda con urgenza gli attuali regolamenti snellendo in maniera drastica le procedure burocratiche e le varie limitazioni ormai divenute anacronistiche. I residenti del centro storico rinuncino “patriotticamente” a qualcosa in nome di un bene superiore, la nostra bella città.
    In un contesto economico globale, come quello attuale, con sempre minore disponibilità di risorse, non possiamo che utilizzare al meglio ciò che la storia e madre natura hanno così generosamente destinato al nostro territorio.

  4. Naturalmente quando fate “apologia” del centro storico, dimenticate le lacrime versate per i terremoti e il fatto che essi incombono sempre.

  5. Scusate ma prima del covid tutti questi tavoli fuori li vedevate? E nessuno li aveva reclamati e si mangiava gioiosamente dentro..ora invece se non si fanno mettono i tavoli fuori si boicotta il turismo perché i turisti a SULMONA arrivano solo con i tavoli fuori…ma per favore..io sono d’accordo sul metterli senza limitare però la vita dei residenti e che non se ne faccia una questione di vita o di morte perché non è assolutamente così..

  6. Qualcuno pensa che vocazione turistica sia sinonimo di autorizzare gli esercenti a prendersi tutto lo spazio che vogliono, senza regole e senza misure (anche nel senso letterale del termine, in questo caso).
    Questo, dalle mie parti, non si chiama “turismo” ma banalmente, e più concretamente, “anarchia”.
    E oltretutto non genera affatto benessere alla comunità (che invece ne soffre solo i disagi) dato che il guadagno è tutto quanto dello strafottente esercente, e di nessun altro.
    Quando si scrive “Meno burocrazia per chi investe nei vicoli della città!” oppure quando si scrive “è giunto il momento per la città di proiettare il cuore oltre l’ostacolo. Sulmona, come noto, ha potenzialità enormi, ma vincolate da lacci e lacciuoli che le impediscono di spiccare il volo”, si sta sostanzialmente dicendo all’amministrazione “Vivi e lascia vivere, fregandotene se le regole sono rispettate o ignorate!”.
    Si vuole il classico Far West Peligno, in pratica!

  7. SalviamoSulmona | 15 Ottobre 2023 at 14:40 | Rispondi

    Non siate così retrivi. Coltiviamo il cambiamento senza pregiudizi, ipocrisie e senza limitarci il campo d’azione. E’ bello vedere le persone di ogni età socializzare comodamente seduti all’esterno degli esercizi commerciali adeguatamente arredati e trasformati in salotti. Oltre che abbellire la città la rendono più viva, più allegra, più accogliente. Non capisco come sia possibile che ci siano persone sempre così ostili alle novità ed al cambiamento. Ormai gran parte delle città italiane da’ ampio spazio a queste possibilità, un po’ come succede in Spagna, e non solo, già da molto tempo.
    Forse sarebbe il caso che qualche cucucciaro cominciasse a modificare approccio mentale, ne beneficeremmo in tanti.

  8. Vorrei proprio vedere “salviamo Sulmona” lasciare qualche sua comodità o diritto !!!
    Non dire cacciate il turismo e’ una cosa più complessa non è’ solo il beneficio per alcuni!!! E non si tratta solo di mangiare bere e ubriacarsi per tutta la notte !!

  9. bene,gli aventi ruolo,politici soprattutto,per comprendere come fare turismo dovrebbero primariamente pensare ad un ” prodotto “,le bellezze artistiche/architettoniche/naturali,
    tavoli in strada ecc, non creano il blasone,non suscitano l’interesse turistico di cui la “destinazione scelta finale”,quindi e’ il caso di fare qualche gita fuori porta,per esempio colline Teramane,entroterra Marchigiano,Umbria,tutto facilmente raggiungibile, poi leggere,in rete studi,analisi,approfondimenti,confronti,indagini,numeri flussi turistici,
    valutazioni/ragioni scelta destinazione finale,ecc,ecc,di tutto di piu’,nulla da inventato,
    bisogna solo decidere : confezionare un prodotto e target di riferimento,i tavoli all’aperto,mercatini delle cianfrusaglie,eventi copia delle copie,pizzette tarallucci e vino,ecc, non suscitano interesse turistico,sicuramente qualche escursionista,i numeri ufficiali sono negativi,l’ Italia intera perde posizioni,i Turisti preferiscono altrove,
    qualcuno si chiede perche’,quali le ragioni ? L’Italia e’ il Paese piu’ ricercato,piu’ desiderato,piu’ “cliccato”…poi la prenotazione non si concretizza,tutto spiegato nero su bianco,tutto in rete,il centro storico del borgo piu’ bello d’italia (per alcuni) non e’straordinario,singolare,unico,punto,e basta, o no?

  10. bene,gli aventi ruolo,politici soprattutto,per comprendere come fare turismo dovrebbero primariamente pensare ad un ” prodotto “,le bellezze artistiche/architettoniche/naturali,
    tavoli in strada ecc, non creano il blasone,non suscitano l’interesse turistico di cui la “destinazione scelta finale”,quindi e’ il caso di fare qualche gita fuori porta,per esempio colline Teramane,entroterra Marchigiano,Umbria,tutto facilmente raggiungibile, poi leggere,in rete studi,analisi,approfondimenti,confronti,indagini,numeri flussi turistici,
    valutazioni/ragioni scelta destinazione finale,ecc,ecc,di tutto di piu’,nulla da inventare,
    bisogna solo decidere : confezionare un prodotto e target di riferimento,i tavoli all’aperto,mercatini delle cianfrusaglie,eventi copia delle copie,pizzette tarallucci e vino,ecc, non suscitano interesse turistico,sicuramente qualche escursionista,i numeri ufficiali sono negativi,l’ Italia intera perde posizioni,i Turisti preferiscono altrove,
    qualcuno si chiede perche’,quali le ragioni ? L’Italia e’ il Paese piu’ ricercato,piu’ desiderato,piu’ “cliccato”…poi la prenotazione non si concretizza,tutto spiegato nero su bianco,tutto in rete,il centro storico del borgo piu’ bello d’italia (per alcuni) non e’straordinario,singolare,unico,punto,e basta, o no?

  11. SalviamoSulmona | 16 Ottobre 2023 at 08:05 | Rispondi

    Tranquilli, lo abbiamo capito tutti che il turismo richiederebbe analisi e valutazioni più approfondite, ma ho paura che usciremmo fuori tema.

  12. Evidentemente i sulmontini non hanno mai visto altre città in Italia e all’estero dove fuori dai bar e ristoranti sono allestiti tavoli per i clienti. Ovviamente non è permesso l’accesso alle macchine. Qui invece è un grosso problema andare a piedi da Tresca a porta napoli. Certo siccome la distanza è tanta…

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