Violenza sessuale su una ventenne: Russo condannato a 8 anni e 3 mesi

Otto anni e tre mesi di reclusione, più una provvisionale da ventimila euro. E’ la condanna che il Tribunale di Sulmona ha inflitto a Stefano Russo, 49enne, finito davanti al giudice di violenza sessuale, furto e lesioni. Il tutto ai danni di una ragazza sulmonese, ventenne all’epoca dei fatti. Una sentenza pesantissima, considerando che il Pubblico Ministero, Edoardo Mariotti, aveva chiesto per l’uomo sette anni di reclusione. Ovvero il minimo previsto dalla legge.

I fatti risalgono al febbraio del 2021, quando la ragazza sporse denuncia al commissariato di Polizia di Sulmona. La giovane denuncio di essere stata vittima di una violenza sessuale. Di essere stata presa di forza da Russo, che all’interno della cucina di una villa, le tolse i leggins, per avere un rapporto sessuale nonostante il diniego della ragazza. E poi lo schiaffo alla vittima e le mani attorno al collo. Atti violenti, contornati dai pugni sui fianchi e sulle costole, che provocarono un danno facciale alla ventenne, che il pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona refertò guaribile in venti giorni. Russo avrebbe anche sottratto il telefono alla ragazza. Forse per impedirle di contattare aiuti, ma qui si ritorna solo nel campo delle ipotesi.

Russo nel novembre 2022 aveva fornito dichiarazioni spontanee al gup del Tribunale di Sulmona, Giovanna De Rensis. L’uomo aveva ammesso che tra lui e la ragazza ci fosse una relazione, negando però i fatti di quella notte. Secondo quanto dichiarato all’epoca da Russo, non ci sarebbe stato alcun rapporto sessuale, ma solo una discussione finita in scaramuccia. La perizia della polizia scientifica, inoltre, aveva evidenziato che il liquido seminale in esame fosse di un altro uomo, e non del 49enne. Ciò solo perché, come la ragazza aveva dichiarato molto tempo prima dei risultati della perizia l’imputato aveva eiaculato fuori.

Il collegio, presieduto da Pierfilippo Mazzagreco, ha riconosciuto più del minimo della pena, che è fissata a sette anni, più l’interdizione dai pubblici uffici e altre previste dalla legge. La parte civile è rappresentata dall’avvocato Luca Tirabassi, mentre il legale difensore è Stefano Michelangelo.