Tribunali, dieci giorni per chiudere il dossier

Per mettere ordine all’elenco di proposte e contributi “ci vorranno ancora una decina di giorni – spiega il presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio – dopodiché la commissione si metterà a lavoro per fare una sintesi da consegnare al governo”, quello che verrà verosimilmente. Sui tribunali minori e la loro programmata chiusura nel 2020, il lavoro della commissione va avanti. Oggi, in particolare, c’è stata l’audizione degli Ordini professionali (ingegneri, consulenti del lavoro, architetti, geometri) e, soprattutto, l’ufficializzazione da parte di Lanciano e Vasto, con tanto di documento scritto, di raggiungere un’intesa per l’unificazione dei due rispettivi presidi, anche se non si sa ancora dove e come. Posizione di convergenza che manca però ancora ad Avezzano e Sulmona che, d’altronde, si trovano su binari diversi e a dover tutelare interessi diversi e poco conciliabili. La realtà orografica ed economica dei due territori, d’altronde, non è così facilmente semplificabile come nel caso di Lanciano e Vasto.
“L’accentramento verso le aree di maggiore urbanizzazione, non solo comporterebbe un congestionamento dei flussi verso le città da parte dei professionisti, ma avrebbe di ritorno un effetto spopolamento delle aree interne, sempre più lasciate senza servizi locali ed in questo caso di presidi statali. I più penalizzati- spiega Di Pangrazio  – sarebbero i giovani professionisti che all’inizio della carriera avrebbero maggiori difficoltà ad ammortizzare i nuovi oneri e sarebbero inevitabilmente spinti a spostare attività e nuclei familiari dalle zone interne verso le sedi dei tribunali accorpanti”.
Il presidente del tribunale e quello della procura di Sulmona hanno intanto avanzato una proposta alternativa e cioè quella di mettere in rete i quattro tribunali minori con una direzione unica, un modo, secondo i proponenti, per efficientare la macchina e potersi scambiare il personale. “Non ho ancora preso visione di questa proposta – continua Di Pangrazio – le ipotesi in campo sono tante d’altronde”.
L’idea di Di Benedetto e Bellelli è apprezzata invece dalla senatrice Paola Pelino che l’ha definita “nuova e al passo con i tempi”.

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