Divieto di sosta per l’acqua del sindaco: bando per le casette da rifare, l’appaltatore rinuncia

Il bando esattamente un anno fa, il via libera poco dopo, ad agosto. L’installazione, avevano detto, entro settembre 2023. Tutto da rifare, però, oggi, per le case dell’acqua: la Santacroce Energie che si era aggiudicata, unica concorrente, l’appalto dopo avviso pubblico per manifestazioni di interesse, ha infatti formalmente rinunciato al servizio.

A perdersi in un bicchier d’acqua è stato però il Comune di Sulmona che, dopo aver indicato i luoghi dove installare le strutture, ha deciso che quegli stessi luoghi non andavano bene. Problemi alla viabilità e in contrasto con il codice della strada, hanno sentenziato da palazzo San Francesco, tanto da convincere la società, che l’operazione l’avrebbe fatta più per motivi d’immagine che di lucro, a rimettere il mandato. No grazie, insomma, visto che due delle tre piazze individuate erano inservibili.

In particolare il piazzale dei vigili del fuoco e quello di piazza Amicarella, di fronte all’ospedale, sono risultati non idonei ad ospitare le casette: troppo caos, secondo loro, avrebbero provocato nella viabilità di accesso e sosta. E così con la prospettiva di avere solo lo spiazzo di via Cornacchiola, la società ha comunicato formalmente la rinuncia.

Ora il Comune dovrà fare un nuovo bando, con la speranza che, questa volta, almeno colleghi la mano destra con quella sinistra, ovvero che gli uffici addetti comunichino tra loro per capire dove si può e dove no.

Ci vorrà probabilmente del tempo, altro tempo: un’infinità per una cosa che dovrebbe essere semplice. Apparentemente semplice. L’annuncio, d’altronde, era stato fatto ben due anni fa: la strada imboccata per fare di Sulmona una città più green.  

Perché “l’acqua del sindaco” non è tanto e non solo un vantaggio per le tasche degli utenti, con un litro d’acqua purificata al costo di 10 centesimi, quanto un aiuto all’ambiente. Togliere di mezzo i quintali e quintali di bottiglie di plastica, che rappresentano una porzione importante dello scarto della plastica nelle famiglie.

Che le borracce imposte a palazzo San Francesco al posto delle bottiglie usa e getta, sono poco più di niente. Niente, appunto.

13 Commenti su "Divieto di sosta per l’acqua del sindaco: bando per le casette da rifare, l’appaltatore rinuncia"

  1. C’è ne faremo una ragione. È tanto buona l’acqua di rubinetto!

  2. Al limite, qualche chilometro più in là, c’è una fontana fiabesca dove ci si possono riempire fino a 99 taniche tutte assieme; oppure, ancor di più, si potrebbe prendere un trenino e recarsi in novantanove, ognuno con la propria sete e con la propria borraccia, in quel luogo da favola. E così, oltre al noto scioglilingua “Trentatré trentini entrarono in Trento, tutti e trentatré trotterellando” ne potremmo fare un altro che più o meno potrebbe suonare così: “Novantanove Sulmontini s’acquattarono all’Aquila tutti e novantanove acquisendo acqua Aquilana”.
    Che ve ne pare?

  3. Questo dimostra una sola cosa, che in Italia paghiamo milioni di stipendi a dipendenti pubblici Statali, dei ministeri, delle forze armate e di Polizia, degli Enti locali quali le Regioni, la sanità, le scuole, fino ad arrivare ai Comuni… almeno un terzo di questi 3.250.000 milioni e rotti di stipendi potremmo risparmiarceli diminuendo così l’enorme debito pubblico accumulato, rientrando in una decina d’anni pienamente nei parametri Europei, così da Bruxelles la finiscono ogni due per tre di triturarci i sensibilissimi “ zebedei “… ma soprattutto potremmo scegliere di farli tornare a zappare i campi abbandonati scegliendoli tra quel terzo di incapaci, imbucati e leccaculi… e raccomandati da molti altrettanti politici a loro volta incapaci o che pensano solo a farsi i cazzi loro, dei famigli e delle mantenute.
    Come può un “ tecnico dipendente comunale “ capire l’ubicazione di posizionamento di una struttura commerciale, come la miglior soluzione per la riuscita di un’attività imprenditoriale che necessita di un ritorno economico per non rimetterci e andare in perdita?

    • D’accordissimo, non è la,prima volta che gli uffici comunali commettono errori arrecando danno ai cittadini che dovrebbero servire. Ormai sono un problema per la città, parcheggio Sant Chiara, area camper, cassonetti Humana, bando mensa e via discorrendo. Quasi l’80% delle entrate del comune se ne vanno per per stipendi a persone che spesso fanno danni non offrono servizi rallentano attività economiche, quando non le bloccano, permessi, e quanto altro. E nessuno ha il coraggio di metterci mano a questo tarlo cittadino

  4. Elisabetta Bianchi | 27 Aprile 2024 at 08:25 | Rispondi

    e meno male! Sulmo mihi patria est, gelidis uberrimus undis…vade retro, insulsa!

  5. Sulmona patria dell’ acqua mettiamo le fontane elettroniche?ma per favore

    • Balle spaziali | 27 Aprile 2024 at 13:30 | Rispondi

      Sulmona Patria dell’acqua?
      Come no… quella di Pettorano però.

    • Gianni Mariotti | 27 Aprile 2024 at 13:32 | Rispondi

      Mannaggia dopo tutte le cose fanne in tre anni da questa amministrazione!!!!🤔🤔🤔🤔🤔🤔🤔aspettate …..mmmmmmmmm……non mi viene in mente molto però!!!!!!allora fa acqua ovunque ….anzi no!!!!!!

  6. Dell’acqua Sulmona
    è un poco la patria,
    ed è così buona
    dai tempi dei Tristia.

    Allora a che serve
    un’acqua in casette
    se non a dar verve
    a chi ce la mette ?

    Ma queste fan paio
    con ciò che assai piace
    a chi è pifferaio
    e a noi non dà pace.

    Son queste le idee
    che danno le ruote
    a chi fa ninfee
    con parole vuote

    che a dire son belle
    e sembrano fighe
    ma son solo Stelle
    e agli altri le brighe.

    Per questo Occidente
    e sempre in affanno:
    ché chi non fa niente
    fa spesso gran danno

    strillando parola
    ch’il cuore par scuota
    ma quando lavora
    è scatola vuota.

    E specie pei soldi
    usatene vostri
    e non fate azzardi
    con denari nostri.

    Pensate alle cose
    che servon davvero
    e non ciò ch’è figo
    per bel mondo intero

    ché non servirà
    di “green” la parola,
    ché il verde si fa
    sol fin dalla scuola.

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