Aggredito con olio bollente da ergastolano, agente finisce in ospedale

Ustioni di primo e secondo grado sul volto e sul corpo. Per l’agente di custodia del super carcere di Sulmona, aggredito con dell’olio bollente da parte di un carcerato, è scattata la corsa al SS.Annunziata. L’uomo A.P. 47 anni è ricoverato nel reparto di chirurgia, al momento  i sanitari non avrebbero ritenuto necessario il trasferimento presso il centro grandi ustionati.

Per il poliziotto di Vasto, fino a ieri in servizio distaccato a Lanciano, un amaro rientro al Lamaccio. Il fatto è accaduto poche ore fa. L’autore dell’aggressione è un ergastolano che questa mattina lo ha dapprima minacciato, poi a seguito di un richiamo da parte del poliziotto, sarebbe partito un violento assalto da parte del detenuto che gli ha lanciato il liquido rovente addosso, ne è seguita una colluttazione che ha coinvolto altri agenti intervenuti a soccorrere il collega, i poliziotti sono stati raggiunti da colpi violenti e hanno riportato diverse ferite, attualmente sotto le cure del personale medico dell’ospedale sulmonese.

Non è di certo il primo episodio per il super carcere di Sulmona, ancora una volta si assiste ad un’aggressione verso il personale di polizia, lo scorso ottobre a farne le spese fu il medico di guardia picchiato con una sedia, finito anch’egli presso il presidio sanitario con una ferita lacero contusa, l’anno scorso due pugni violentissimi in pieno volto ad un agente. Questi solo due dei casi che si sono verificati nella casa circondariale peligna.

Un penitenziario che registra una popolazione carceraria altamente pericolosa, numero elevato degli ospiti che si scontra con un organico che, come ribadito più volte dal segretario Uil Nardella, avrebbe bisogno di essere potenziato.

“Abbiamo superato il limite – sentenzia Nardella – Ora l’amministrazione penitenziaria deve intervenire e ancor prima di essa il ministro Bonafede che ha in mano la responsabilità politica della gestione carceraria”.

Ospedali psichiatrici giudiziari chiusi troppo frettolosamente spiega il sindacalista “senza alternative valide”. Poco personale e l’accorpamento del provveditorato di Pescara con quello di Roma non facilitano il compito degli agenti, Nardella lancia la palla al Ministero della Giustizia e al DAP nell’attesa di un intervento sulla questione

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