Agir: “Ha vinto la politica”. Il Pd attacca i civici

E’ un attacco, o meglio una risposta, a viso aperto quella che i sindaci di Rinnovamento Democratico e il segretario provinciale del Pd Francesco Piacente, fanno ai civici “o meglio cinici” dice Piacente, e al sindaco di Sulmona Annamaria Casini sulla vicenda delle nomine all’Agir. Perché quella rappresentata dal primo cittadino di Sulmona “è una ricostruzione non vera” che distorce il senso di una battaglia politica che “lei e i civici semplicemente non hanno combattuto, perché non avevano le armi, ovvero i voti”.
“E dove sono i quattrocento amministratori millantati da qualcuno (riferendosi a Gerosolimo, ndr) – affonda il segretario Piacente – la verità è che la politica in questa occasione si è riappropriata del suo ruolo, decretando la fine di una stagione di un civismo becero e che non ha prodotto nulla. Non si è trattato di un inciucio, ma di una responsabile scelta di condivisione della governance di servizi così importanti, che non possono essere lasciati agli interessi particolari, ma devono rispondere ad una logica politica appunto. Per chi è in grado di farla politica”.
A ricostruire i fatti ci pensa il sindaco di Pacentro Guido Angelilli: “Quando a fine maggio venimmo convocati per le elezioni all’Agir ci trovammo spiazzati, perché non c’era alcuna indicazione – racconta – quindi proponemmo e ottenemmo un rinvio delle elezioni e da quel momento ci mettemmo in moto per trovare una strada politica che fosse in grado di assicurare una rappresentanza al territorio e al Cogesa. Noi, con la politica, siamo riusciti a trovarla, attraverso un processo lungo e di condivisione a livello provinciale e regionale”.
Quel comunicato da vittima sacrificale, “per il bene e l’unità del territorio”, spacciato dalla Casini, proprio non convince i sindaci di Rinnovamento: “Loro che quando ci fu la nomina al Cogesa non ci concessero neanche una sospensione dei lavori di quattro ore – commenta Angelilli – hanno il coraggio di parlare di unità territoriale”. La ferita per la nomina di Margiotta fa ancora male, insomma. Una ferita che probabilmente ha indebolito progressivamente i civici e il loro mentore Gerosolimo.
Poi la parola al neo eletto Mario Ciampaglione, che ringrazia tutti e assicura che farà gli interessi del territorio e del Cogesa: “Avrei fatto non uno ma dieci passi indietro se la Casini avesse avuto qualche sponda per essere eletta – dice – ma la verità è che già dall’assemblea al Meeting si era capito che dietro non aveva nessuno”.

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