Biltz nella sede del Pd: cambiati i lucchetti. Dimasciani messi alla porta

Il blitz è stato eseguito ieri: cacciavite e un po’ di ferramenta per chiudere definitivamente, e materialmente, fuori i dimasciani dal Pd. Così alcuni militanti su indicazione del commissario del circolo, hanno cambiato i lucchetti alla sede di corso Ovidio, riappropriandosi degli spazi su cui sventola la bandiera del Pd e dove prima sventolava quella del Pci, poi Pds e Ds.


Un atto di forza a cui i vertici del partito non avrebbero voluto arrivare, ma che si è reso necessario a seguito dell’atteggiamento di Bruno Di Masci e del suo gruppo, in uno scontro frontale che non certo finisce qui.
Perché poi quel “le bollette le paghiamo noi” e “la sede è nostra” vantata dai dimasciani dopo il commissariamento, si è rivelata priva di riscontri giuridici: la sede è infatti di proprietà della Fondazione del Pd a cui il partito provinciale paga l’affitto. E insomma Di Masci e compagni non hanno alcun diritto su quell’appartamento al primo piano del civico 226 di corso Ovidio dove ieri i “nuovi” inquilini, quelli che dal partito erano usciti dopo la decisione di Di Masci, Ranalli e Di Rienzo di sostenere l’amministrazione Casini, hanno trovato un vero e proprio disastro.

Muri scrostati, solai cadenti, ma anche e soprattutto cassetti e carte buttati ovunque, quasi fosse un dispetto per gli eredi del partito.
Il commissario, nonché segretario provinciale, Francesco Piacente, ha provveduto anche a nominare un suo vice, nella persona di Sandro De Panfilis, in attesa del congresso e della formazione del nuovo gruppo dirigente.


Non solo: la pantomima dei posti in consiglio, per il gruppo della maggioranza che vuol sedere nei banchi dell’opposizione, è destinata a perdere paternità e bandiera.
Lo stesso Piacente, infatti, chiederà nelle prossime ore al presidente del consiglio Katia Di Marzio, di impedire che si usi il nome del Pd in Aula e che il gruppo dei dimasciani venga identificato in qualsiasi modo con il partito.
L’annuncio di Di Masci di dimettersi dal Pd dopo le elezioni europee, d’altronde, è stato disatteso ed ora ci ha pensato direttamente il partito a metterlo materialmente fuori dalla porta.

1 Commento su "Biltz nella sede del Pd: cambiati i lucchetti. Dimasciani messi alla porta"

  1. Tutto molto interessante

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