Tutti o quasi a casa: “Ho il cantiere sospeso perché non mi pagano due stati di avanzamento lavori da 220mila euro – racconta Tonino Angelone, imprenditore edile – e nelle mie condizioni ci sono decine di colleghi”.
I fornitori d’altro canto non sono più disposti a fare credito alle imprese, mentre in banca gli interessi salgono e i debiti aumentano. “Di questo passo – aggiunge Angelone – molti rischiano di fallire, anche perché i soldi che non stiamo prendendo, in qualche modo li stiamo perdendo”. Si spiega meglio Angelone: “Le pratiche della ricostruzione che prima venivano lavorate dai dipendenti delle cooperative – continua – devono essere rendicontate e approvate dall’ufficio di Fossa, se non c’è questo passaggio, i soldi, che pure erano in cassa, passano ad altri. Insomma per lavori avviati, dovremo rimetterci in fila, quando e se saranno processate le nostre pratiche, con la concreta prospettiva di vedere i soldi tra due anni”. E a reggerli due anni di debiti che crescono, non è da tutti.

Meglio non va neanche per i conti a meno zeri: il pagamento dell’autonoma sistemazione, ad esempio, è fermo al mese di novembre e alcune famiglie hanno già ricevuto un preavviso di sfratto.
Questo per restare all’ufficio sisma, ma nel resto degli sportelli di palazzo San Francesco le cose non vanno certo meglio. Alessandro Ferrini, un cittadino

E non tutti possono minacciare il suicidio per una cosa che gli spetta di diritto.
“Passerà” speravano in molti, prima di constatare che gli impegni presi cinque mesi fa su personale e cooperative non sono stati mantenuti, né saranno risolti a stretto giro.
Prima che gli uffici tornino ad avere personale ed efficienza necessari, infatti, a giudicare dalla navigazione a vista dell’amministrazione, ci vorranno mesi.
inefficenti inoperosi impreparati ……