Casa funeraria in zona urbana: i residenti ricorrono al Tar

Il morto sotto casa proprio non lo vogliono e così i residenti di via Lear a Sulmona hanno depositato ieri un ricorso al tribunale amministrativo regionale contro la decisione del Comune di autorizzare la Casa funeraria Santilli all’esercizio dell’attività.

La vicenda è già nota alle cronache: sul finire del 2020 la Casa funeraria, che al tempo offriva solo un servizio funebre (ovvero attività diversa dalla Casa funeraria) aprì i battenti in zona residenziale come camera ardente, approfittando di una legge sul distanziamento dovuto al Covid che permetteva la deroga per due anni delle normali autorizzazioni.

Terminati i due anni, quindi, la Santilli chiuse per pochi mesi per poi riaprire quest’anno avendo avviato una regolare richiesta al Comune. Autorizzazione all’esercizio concessa formalmente il primo giugno 2023 e autorizzazione alla realizzazione di una Casa funeraria concessa il 3 febbraio.

Due cose distinte, sostengono i residenti, che hanno affidato il ricorso all’avvocato Armando Valeri: perché una cosa, secondo loro, è l’autorizzazione alla realizzazione della Casa funeraria (una sorta cioè di autorizzazione edilizia), altra è invece l’autorizzazione all’esercizio dell’attività.

La differenza è dirimente in questo caso per una questione di date: poche settimane su cui si gioca tutta la controversia legale. Nel maggio di quest’anno (il 18) è infatti entrata in vigore la nuova legge regionale in materia che vieta l’apertura di Case funerarie in zone residenziali, fatta eccezione per quelle già aperte. Stabilire dunque se la Casa di via Lear fosse formalmente aperta prima dell’entrata in vigore della legge, determina in sostanza la sua legittimità a continuare l’attività. Per i residenti non è così, tant’è, spiegano nel ricorso, che dopo l’autorizzazione di febbraio, la Santilli ha dovuto richiedere quella all’esercizio rilasciata a giugno e il parere della Asl rilasciato il 26 maggio. Nel frattempo, essendo entrata in vigore la legge regionale, il Comune non poteva concedere l’autorizzazione all’esercizio dell’attività.

Secondo Santilli, però, quella di febbraio è a tutti gli effetti un’autorizzazione per la Casa funeraria e quello di giugno, come d’altronde specifica lo stesso Comune, è solo l’atto conclusivo di un iter già aperto. La data da prendere a riferimento, sostiene Santilli, è quella prima dell’entrata in vigore della legge.

I ricorrenti contestano però anche la violazione delle norme tecniche del Comune di Sulmona che già dal 2016 vietavano le Case funerarie in zona residenziale, così come la loro vicinanza a meno di 250 metri – stabilisce la legge regionale – a case di cura o ospedali pubblici e privati. In questo caso, ricordano i ricorrenti, c’è a distanza minore la Casa Santa dell’Annunziata che, però, ribatte Santilli, non è una struttura sanitaria ma una casa di riposo.

Insomma un duello all’ultimo sangue: la camera ardente per chi “soccomberà”, in fondo, è già allestita.

9 Commenti su "Casa funeraria in zona urbana: i residenti ricorrono al Tar"

  1. L'Avanguardista | 19 Settembre 2023 at 08:48 | Rispondi

    Non capisco perchè siano state fatte norme contro le case funerarie in zone abitate. Credo che un morto non faccia male a nessuno; fino a qualche tempo fà i morti stavano a casa o in ospedale. E’ solo un camera ardente per l’ultimo saluto ad un defunto e l’importante che ci sia un giusto spazio verde di rispetto intorno con idonei parcheggi. Se poi vengono fatte fuori dai centri urbani si pone anche il problema di come arrivarci per quelle persone non dotate di auto.

    • Probabilmente anche perché il valore degli immobili nella zona ne sarebbe danneggiato. Molti non sono disposti a comprare un appartamento in un palazzo con una casa funeraria, a parte il fatto che genera confusione di auto e persone, e problemi di parcheggio. E un parcheggio idoneo dovrebbe essere di almeno 30-40 posti auto aggiuntivi, il che non é facile.

  2. Preoccupatevi dei vivi!!!!!

  3. Ma che male fA’ una casa funeraria de ben tenuta??? Preoccupatevi delle discariche che abbiAmo a Sulmona piuttosto .

  4. LU CARDILL VULESS VULà A CADREC RICCIARDOTT CH LU GABON AECT FRA A LU PIET FORT

  5. Povera Italia. Fatta la legge…trovato l’inganno. Gli inquilini hanno ragione. Ci sarà il TAR a stabilire.

  6. Gli zombi che non vogliono i morti sotto casa.

  7. antonello da messina | 20 Settembre 2023 at 13:05 | Rispondi

    MA CHE SO STE STUIDAGINI? LA VALLE PELIGNA è PIENA DI PROBLEMI LO SPOPOLAMENTO LA DISOCCUPAZIONE IL TAGLIO DEI SERVIZI REGIONALI E STRADALI E VU PNSET A STE COS AAAHH POVR A NU

  8. Cosimo De Luca | 9 Ottobre 2023 at 22:28 | Rispondi

    Da cinque anni la mia casa del commiato è bloccata dal tar per ragioni di una famiglia che non vuole i morti vicino casa il TAR mi ha bocciato due volte cosa posso fare grazie.

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