Cocaina, si allarga l’inchiesta. Ciccone resta in carcere

Resta in carcere Patrizia Ciccone, la quarantacinquenne di Sulmona arrestata sabato scorso dalla guardia di finanza per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La donna questa mattina è stata interrogata dal giudice per le indagini preliminari Daniele Sodani, ammettendo in realtà il solo esito del verbale di perquisizione della sua abitazione nella quale sono stati rinvenuti 175 grammi di cocaina.
Disposta a collaborare, dice il suo avvocato Alessandro Tucci, non appena le sarà chiesto di più.
E di più probabilmente le sarà chiesto, perché da capire c’è anche il ruolo delle altre persone che erano presenti in casa, oltre ai figli, cioè, anche alcuni amici.
Le indagini della guardia di finanza vanno avanti anche per questo e non è escluso che le responsabilità sul considerevole quantitativo di droga rinvenuto, per un valore di circa 20mila euro, possano essere ridistribuite anche su una parte delle persone presenti in casa.
L’arresto è stato eseguito nella notte tra venerdì e sabato scorsi, dopo che i finanzieri, con un vero e proprio blitz nell’abitazione di via della Cona, hanno fatto irruzione in casa dopo aver atteso che qualcuno uscisse dall’appartamento, da più parti segnalato come luogo abituale di spaccio.
Il legale di Ciccone, Alessandro Tucci, ha comunque annunciato un immediato ricorso al tribunale del Riesame e una richiesta di alleggerimento, almeno, della misura detentiva. Richiesta corredata da un contratto di lavoro che permetterebbe alla donna, madre di sei figli, di ricominciare a lavorare.
Per l’esito del ricorso bisognerà però attendere una decina di giorni circa.

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