Cogesa, parti civili fuori dal processo. Comitato: “Vita quotidiana insostenibile vicino alla discarica”

Rimangono basiti i membri del Comitato “Morrone, Sulmona, Valle Peligna” per l’estromissione dal processo a carico di Cogesa e della sua dirigenza, la cui udienza è ricaduta lo scorso 3 ottobre. Non è stata ritenuta ammissibile, da parte del giudice Francesca Pinacchio, la costituzione di parte civile avanzata dal Comitato stesso dopo la riunione svoltasi lo scorso novembre, alla quale hanno preso parte i membri che abitano nei pressi del sito di Noce Mattei.

“Continuano ancora oggi i problemi sociali e sanitari che rendono ormai insostenibile la vita quotidiana dei residenti – incalza il comitato -, problemi, però, dovuti non soltanto ai detti insopportabili e perduranti miasmi e dall’insostenibile traffico pesante che si genera sulla viabilità in conseguenza delle attività della discarica”.

I cittadini, secondo il comitato, sarebbero preoccupati anche per la potenziale nocività delle emissioni odorifere che, come certificato dall’Arta, hanno presentato una componente di ammoniaca superiore a quanto consentito dalla normativa. Altri elementi inquinanti potrebbero essere stati prodotti
alle acque del sottosuolo e a quelle di superficie.

4 Commenti su "Cogesa, parti civili fuori dal processo. Comitato: “Vita quotidiana insostenibile vicino alla discarica”"

  1. La
    Discarica va ridimensionata ……poveri cittadini e povera sulmona.

  2. È chiaro ormai che di Sulmona vogliono fare una pattumiera.

  3. Ecco, appunto, va ridimensionata a prescindere dalla governance… e siccome è gestita in house dai Comuni soci attraverso l’esercizio del Controllo analogo, quindi la volontà di non ridimensionarla ricade tutta sui loro amministratori.
    Questo è quanto.
    E non credete alla favola della perdita dei posti di lavoro, la maggior parte dei lavoratori provengono dagli stessi comuni che dovranno reintegrarli nelle rispettive piante organiche.
    Vi è stato, negli anni, un crescendo del conferimento dei rifiuti da ogni dove, addirittura poco differenziati e a prezzo inferiore, e con l’aumento del conferimento dei rifiuti un crescendo di assunzioni di personale, di spese di gestione, di consulenze.
    Diversamente, risolviamo la problematica della mancanza dei posti di lavoro, prendendoci i rifiuti della vicina capitale, facendoli arrivare via ferrovia con i treni merci, buchiamo il Morrone o qualche altra montagna, o meglio utilizziamo le gallerie di monte San Cosimo e ve li stocchiamo.
    Alla capitale oltre al pagamento dei rifiuti, gli imponiamo di ricomprare il materiale di cava estratto e daremo il lavoro ad almeno due/tremila persone.

    • Non credete alle balle i lavoratori non verranno riassorbiti dai comuni perché non ne hanno titolo forse avranno più possibilità di essere riassunti dalla nuova società che gestirà il servizio, forse ma dovendo pagare altra società non in house e chiudendo la discarica alle spese del servizio andrà calcolato il costo del trasporto e della discarica e certo le tariffe non scenderanno anzi.
      Ps la maggior parte dei lavoratori. E quelli che non rientrano in questa maggior parte? Lei dall’alto della sua presunzione parla di posti di lavoro altrui con troppa facilità si vergogni. I lavoratori del cogesa dal comune sono usciti non sono più dipendenti comunali basta ricordarsi la polemica degli stessi all’epoca. E di lavoratori comunali dipendenti in servizi esternalizzati non reintegrati dai comuni è pieno il web.solo se il comune decide di svolgere direttamente il servizio avrebbero qualche chance ma i comuni da soli non sono affatto in grado di farlo basti pensare che manco pagano i servizi al cogesa Sulmona inclusa.
      Non date retta a persone che sotto anonimato amano giocare sulla pelle degli altri

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