Consorzio universitario: riconsegnate le chiavi della sede al Demanio

Il Consorzio per il Polo Universitario di Sulmona ha riconsegnato oggi all’Agenzia del Demanio le chiavi della sede universitaria ospitata nella caserma Pace. Un passaggio preannunciato dopo che, in seguito alla razionalizzazione degli immobili pubblici, il Demanio ha stabilito che lì deve esservi trasferita l’Agenzia delle Entrate. A questo fatto si aggiunge l’uscita dal Consorzio universitario degli enti pubblici: Comune di Sulmona, Provincia dell’Aquila e Comunità Montana come previsto dal Testo Unico in materia di Società a Partecipazione Pubblica, più comunemente conosciuto come Riforma Madia.

L’ex ministro della Pubblica Amministrazione infatti aveva stabilito alcuni criteri per la dismissione delle partecipate, ad esempio quelle ritenute non strategiche o quelle che non raggiungevano un determinato fatturato. Per questo motivo gli enti pubblici hanno avviato l’iter per uscire dal Consorzio, recesso avvenuto nell’assemblea dei soci tenuta venerdì 8 giugno.

“Con una delibera della giunta – spiega l’assessore alle Partecipate Stefano Mariani – è stato definitivamente dato seguito ad una delibera consiliare di indirizzo con la quale si dava mandato all’amministrazione comunale di adeguarsi alle disposizioni contenute nella Riforma Madia. È un atto dovuto anche se rimaniamo soci onorari e abbiamo dato la piena disponibilità al Consorzio nella fase di trasloco e nella fase successiva per trovare una nuova sede”. Sì perché in questo momento la sede dell’Università è stata spostata alla Comunità Montana dove sono state prese in affitto due stanze in attesa di trovare una nuova sistemazione, mentre parte del mobilio è stato stipato in alcuni locali messi a disposizione dal Comune nella caserma Battisti.

L’Università ha smesso da qualche anno di svolgere corsi di base e si è concentrata sui corsi di alta formazione come i master di primo e secondo livello o il settore della formazione continua – che ha una buona domanda come conferma il tutto esaurito dei due corsi di formazione medica E.C.M. svolti nel 2017.

Per l’assessore alla Cultura Alessandro Bencivenga il futuro dell’Università sta anche nel far entrare nel Consorzio altre università oltre quella dell’Aquila. Poli universitari che siano in grado di attivare corsi di studio sulla formazione specifica, sul modello di quanto già avviene ad esempio con il Centro Studi “Città di Orvieto” sostenuto da diversi prestigiosi atenei italiani. “Per la sede – dichiara ancora Bencivenga – mi piacerebbe che l’Università venisse spostata al Consorzio Celestiniano per avviare progetti e corsi di studio che contemplino anche la residenzialità. Mi sono informato negli uffici comunali sulla prassi da avviare per riavere indietro l’edificio ma i tempi si preannunciano non brevissimi”.

In alternativa potrebbero esserci i locali dell’Abbazia Celestiniana o altri spazi che dovrebbero essere individuati in città, ma per questo molto dipenderà dai soci del Consorzio che sono i veri portatori d’interesse del progetto. “Abbiamo bisogno di un minimo di struttura per proseguire l’attività – spiega il presidente del Consorzio universitario Fabrizio Politi -, a breve entrerà a far parte dei soci anche la Fondazione Carispaq mentre altri enti privati potrebbero aggiungersi presto. Molto del futuro del Consorzio dipenderà dai soci, da quanto vorranno ancora credere in questo progetto. Personalmente comincio ad essere un po’ stanco del disinteresse generale”.

Non è un cammino facile dunque quello che dovrà affrontare l’Università. Un discorso di prospettiva che va articolato in maniera ponderata, cercando di capire davvero quale evoluzione sta avendo il mondo accademico e la sua offerta formativa. Forse un comprensorio relativamente piccolo come il nostro potrebbe fare un discorso intercomunale per l’Università, ma questo prevede una sinergia territoriale politica, infrastrutturale e di servizi che al momento è carente. L’Università però ,allo stato attuale, è un fatto di Sulmona e non del territorio ed è quindi il capoluogo peligno a dover decidere del suo futuro, anche se sul piatto non ci sono proposte concrete di rilancio né l’avvio di un tavolo di discussione sul tema.

Tutto ciò avviene in un momento storico delicato, con pochi fondi a disposizione per gli enti locali, dove città che hanno sedi distaccate di corsi universitari come Avezzano, stanno cominciando a valutare una ritirata strategica, come ha fatto intendere qualche giorno fa il sindaco De Angelis, scatenando non poche polemiche.

Savino Monterisi

1 Commento su "Consorzio universitario: riconsegnate le chiavi della sede al Demanio"

  1. Con rispetto di tutti, a partire da Bencivenga che merita stima, mi viene da dire AMEN. Per l’Università ho l’impressione che bisogna tornare all’anno zero.
    Che si riparta pure ma per quel che penso io forse sarebbe ìl caso di avere il coraggio di analizzare quello che è accaduto per evitare di limitare errori.

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