Nelle province, stando ai dati elaborati pubblicati da Movimprese, le variazioni sono state piuttosto disomogenee: Pescara (-33) riporta il decremento più consistente, seguita da Teramo (-28), Chieti (-21) e L’Aquila (-17). Volendo invece esaminare il fenomeno su un arco di tempo più lungo – ovvero i primi nove mesi – la flessione è stata di 432 unità: dato che, se da una parte migliora seppur di poco il dato rispetto agli ultimi quattro anni, conferma invece un andamento assai peggiore della media nazionale: 1,40%, valore doppio rispetto allo 0,72% italiano. Tra i settori, il calo più consistente di aziende artigiane – seguendo ormai una tradizione consolidata – si registra nelle costruzioni (-51), meno nella ristorazione (-14), nelle attività manifatturiere (-13), nei servizi alle imprese (-10) e nel trasporto (-8). Mentre rimangono stabili servizi alle persone (+1) e riparazioni di auto e prodotti per la casa (+1).
Consolidata, pure, resta la notevole differenza tra l’andamento negativo dell’artigianato e quello positivo del totale delle imprese: tra gennaio e settembre, infatti, ha registrato un incremento di 754 unità, miglior risultato degli ultimi quattro anni, con un aumento dello 0,51% più alto della media nazionale (0,46%). Sul piano territoriale, peraltro, si rovesciano quasi specularmente i dati relativi al mondo della micro impresa: Pescara, infatti, guida la graduatoria relativamente agli incrementi delle imprese considerate nel loro insieme (+127), seguita da Chieti (+98), L’Aquila (+67) e Teramo (+59).
“E’ certamente apprezzabile lo sviluppo del sistema delle imprese in generale – scrive Ronci – ma resta evidente questa difficoltà che ormai perdura da anni nel campo dell’artigianato. Un problema segnalato più volte e con drammaticità alle istituzioni regionali, che in materia hanno competenza esclusiva, senza tuttavia trovare risposte soddisfacenti. Un motivo che ci porta a richiedere, ancora una volta, alla Giunta regionale, arrivata ormai a termine della legislatura, di investire risorse consistenti in bilancio per finanziare la legge regionale vigente e attuare politiche di rilancio del settore”.
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