Da Riace a Campo di Giove, se l’accoglienza diventa opportunità

Casa, scuola, lavoro. “Uno Spraar di serie A”. Le parole sono del vice sindaco di Campo Di Giove Stefano Di Mascio, amministratore di un Comune che insieme a quello di Cansano è partito, non troppo tempo fa, proprio con un progetto Spraar. Nonostante il clamore ed il timore della popolazione agli inizi, ben presto le due comunità hanno compreso che non c’è nulla da temere. Non c’è voluto molto. “Tutto è nella normalità più assoluta, non ci sono mai stati episodi di intolleranza” aggiunge Di Mascio. All’indomani di Riace, del sindaco Mimmo Lucano arrestato e poco fa sospeso dalla sua attività amministrativa, ascoltare gli amministratori che hanno dimostrato un’apertura è più che mai dovuto perchè davvero sotto accusa non deve esserci il modello dell’accoglienza, quello di Riace tra l’altro preso ad esempio a livello internazionale come capace di far tornare a rivivere un paese condannato allo spopolamento.

I numeri per Cansano e Campo Di Giove sono esigui (12 gli immigrati in tutto), non per questo meno importanti. Un lavoro, quello che sta portando avanti la cooperativa Horizon Service in territorio peligno, che ha puntato tutto sull’integrazione anche per la presenza di bambini molto piccoli, con le prescrizioni Spraar che si stanno eseguendo alla lettera: dalla ricerca di lavoro (in parte gli uomini sono impiegati nella ristorazione e nel settore boschivo), corsi di formazione e soluzioni adattabili anche alle donne, mogli e madri. La diffidenza, quel poco che c’è stata, si è tradotta nell’anziana che ora, alla famiglia immigrata e dalla pelle scura, porta anche gli gnocchi. Qualcuno dice che fa piacere vedere quella casa in centro a Campo di Giove di nuovo abitata, con lo stendino e i panni appesi. Un progetto impeccabile seguito passo passo, ogni 15 giorni una riunione con le amministrazioni. La normalità, appunto, dell’accoglienza.

A ribadirlo sono stati anche gli striscioni apparsi ieri sera a Sulmona a seguito proprio dei fatti di Riace perchè le manifestazioni di vicinanza sono state tante e varie. Il capoluogo peligno non si è tirato indietro nel ribadire la sua umanità: “La solidarietà non si arresta”, “Io sto con Mimmo”, “solidarietà per Mimmo Lucano”. Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e attribuzione illecita degli appalti sono i capi d’accusa rimasti in piedi per il sindaco calabrese, in tanti la definiscono “disobbedienza civile” che colma le lacune legislative lì dove i diritti sono in bilico, ma la sofferenza in qualche modo bisogna pur arrestarla. Quella si.

Simona Pace

1 Commento su "Da Riace a Campo di Giove, se l’accoglienza diventa opportunità"

  1. Il paese di Campo di Giove non è nuovo a manifestazione di solidarietà
    L’8 Settembre 1943, la radio aveva annunciato la firma dell’armistizio e la caduta del fascismo. Furono aperti i campi di concentramento. Vicino Sulmona, quello di Fonte d’Amore, dal quale fuggirono i prigionieri: i tenenti Guglielmo, Ruggero e Roberto, il Capitano Francesco, l’ indiano Dionisio e altri due giovani, dei quali si è persa la memoria dei loro nomi. Furono ospitati, a rischio di fucilazione, da Maria DI Marzio di Campo di Giove.

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