Debiti e disservizi: la voragine della sanità in Abruzzo

Immediate le reazioni alle parole di Marco Marsilio che ieri, dopo il parere negativo espresso dai Revisori dei conti in merito al piano di rifinanziamento del disavanzo sanitario, assicurava una copertura del deficit senza interventi lacrime e sangue.

“Un buco di 128 milioni di euro che il governo regionale cerca di coprire attingendo ai fondi del TFR/TFS dei dipendenti della Regione” affermano i consiglieri regionali del M5S Erika Alessandrini e Francesco Taglieri che sul progetto di legge regionale osservato dall’organo di controllo non hanno esitato a ribadire la propria ferma opposizione. Tutt’altro che “un progetto virtuoso” quello con cui la giunta intende ripianare “un disastro che il governo Marsilio ha generato” e che oggi pensa di coprire con il sacrificio di cittadini e lavoratori abruzzesi. A preoccupare anche le parole del consigliere Gatti che nella seduta di ieri della prima commissione ha lasciato intendere la possibilità di “tagli lineari alla sanità abruzzese”.

Tagli contro cui hanno fatto sentire la propria voce anche i rappresentanti della CGIL Abruzzo Molise e FP CGIL Abruzzo e Molise che in una memoria scritta presentata in prima commissione hanno chiesto che i tagli economici da attivare per ripianare il deficit si realizzino su “quelle voci di bilancio che rappresentano uno sperpero di risorse pubbliche” senza incidere su un sistema sanitario già allo stremo. Richiamano l’art. 2 del progetto di legge regionale che “introducendo l’obbligo da parte delle ASL regionali di predisporre entro 30 giorni dalla sua approvazione piani di razionalizzazione” potrebbe portare a tagli di personale o al blocco dei processi di stabilizzazione del personale precario. Rischi che le sigle sindacali chiedono di scongiurare affrontando il problema “attraverso un percorso condiviso con le parti sociali e procedendo con la massima trasparenza”; un percorso che non può contemplare l’ipotesi di attingere ai TFR e TFS perché “tale operazione, per quanto legittima in situazioni eccezionali, prevede il ripianamento delle stesse risorse nella prima occasione utile, cosa che allo stato dei fatti non è facilmente ipotizzabile”.

Una seduta quella di ieri in prima commissione nella quale Alessandrini e Taglieri hanno smontato la “narrazione di comodo dell’assessore Verì sulla sanità abruzzese che lei insiste nel descrivere perfettamente funzionante ed efficiente”, parole che non corrispondono alla “realtà che gli abruzzesi vivono quotidianamente fatta di disservizi, criticità a tutti i livelli e gravi difficoltà”. Con 186 milioni di mobilità passiva continuano i consiglieri M5S, una perdita di oltre 40 milioni di mobilità attiva e presidi ospedalieri in affanno l’assessore Verì “bocciata alle urne dagli elettori ma promossa dai suoi cari politici” continua ad elogiare le direzioni strategiche aziendali “colpevoli di questo disastro”, non avanzando nessuna proposta concreta su come ripianare quella che viene definita “una voragine finanziaria”.

Un disavanzo strutturale di cui gli assessori Verì e Quaglieri “erano perfettamente a conoscenza già dal terzo trimestre del 2023 ma che hanno scelto di ignorare” aggiungono Alessandrini e Taglieri ricordando che gli investimenti destinati a migliorare il servizio sanitario delle quattro provincie abruzzesi “non hanno trovato riscontro nella realtà dove i servizi sono drammaticamente peggiorati laddove non direttamente spariti”. Pensare, come fa il centrodestra, di “arrestare un’emorragia di bilancio” attingendo ai soldi dei dipendenti pubblici contro il parere negativo dell’organo tecnico è “una follia totale” per i due consiglieri del Movimento 5 Stelle che alla maggioranza di governo chiedono di “assumersi la responsabilità politica e finanziaria” delle proprie azioni.

Una sanità che fa acqua da tutte le parti, ma che in provincia dell’Aquila assume contorni drammatici. Sulla Asl 1 è intervenuta anche la FP CGIL per denunciare la “storica e cronica carenza di personale e la necessità di potenziare il fabbisogno di personale”. Un grido di aiuto che la stessa azienda sanitaria sembra ignorare a detta della sigla sindacale che ricorda come tante sono le unità operative e servizi che rischiano il collasso a causa di carenze riscontrare in tutti i ruoli e profili professionali: dalla categoria infiermeristica per la quale “all’attivo esiste una sola graduatoria di mobilità che però resta di fatto inutilizzata” ad altre categorie professionali ancora in attesa, dopo un anno e mezzo dalla scadenza dei bandi di mobilità, delle graduatorie e delle relative assunzioni. Per non parlare della unità operative complesse di cardiologia e UTIC dell’ospedale di Sulmona che, aggiungono i sindacati, “rischiano di implodere” come pure il centro trasfusionale dello stesso ospedale dove il personale tecnico di laboratorio vive “uno stato di assoluta precarietà”. Da Sulmona a L’Aquila dove la Reumatologia e Degenza breve del presidio ospedaliero costringe “le poche e insufficienti unità lavorative in servizio a turni massacranti” con violazione delle norme legislative e contrattuali in materia di orario di lavoro, riposi e recuperi psicofisici del personale.

Altrettanto grave è la condizione degli operatori socio sanitari e dei tecnici sanitari di laboratorio biomedico in numero non sufficiente a garantire “lo svolgimento del servizio di emergenza / urgenza h24”, servizio ancor di più a rischio con l’approssimarsi del periodo delle ferie estive. “Determinazioni urgenti per garantire occupazione stabile e servizi di qualità”, questo chiedono i sindacati alla ASL 1 chiamata a dare risposte a “tutto quel personale che nonostante tutto, con sacrificio e spirito di abnegazione svolge doverosamente il proprio lavoro”.

1 Commento su "Debiti e disservizi: la voragine della sanità in Abruzzo"

  1. SICURAMENTE SI TROVERà UNA SOLUZIONE COME SEMPRE GRAVANDO SULLE TASCHE DEI CITTADINI MA PER CORRETTEZZA DOVREBBERO PAGARE SOLO QUELLI CHE HANNO VOTATO PERCHè GIUSTAMENTE UNICI RESPONSABILI DI TUTTO CIò FACILE DARE LA COLPA ALLA POLITICA MA CHI VOTA CHI DECIDE LE GIUNTE CHE AMMINISTRANO I SINGOLI COMUNI, PROVINCIE, REGIONI CHI VOTA QUINDI I RESPONSABILI NEL BENE E NEL MALE SONO I CITTADINI è ANCHE GIUSTO FAR PAGARE LORO SE LA POLITICA NON RIESCE A COLMARE DEI GAP PERò CON OBBIETTIVITà NEL SENSO SEI ELETTORE? OK DECIDI DA CHI TI VUOI FAR RAPPRESENTARE? INDIPENDENTEMENTE ALL’AREA POLITICA A CUI SI è LIBERI DI APPARTENERE BISOGNA POI ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITà SIA NEL NEGATIVO CHE NEL POSITIVO.

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