Dirigente in pensione, ma non troppo

Non c’è Fornero che tenga e neanche Madia: al Comune di Sulmona non è facile andare in pensione. L’ex funzionario e dirigente dei Lavori pubblici Sabatino Silvestri, ad esempio, è ancora in servizio, nonostante la quiescenza sia stata maturata oltre un anno fa. Ufficialmente in pensione, a dire il vero, praticamente ancora sul cantiere, o meglio in attesa del cantiere: perché il contratto stipulato con il Comune con affidamento diretto per 40mila euro, prevede la sua “assistenza al rup”, cioè al responsabile unico del procedimento, per i progetti delle scuole Lola Di Stefano, del nuovo plesso scolastico di via XXV aprile, del liceo classico di piazza XX settembre, dell’asilo nido Isola Felice (l’unico finora ad essere partito) e delle scuole medie Capograssi.
Una collaborazione che in teoria sarebbe vietata dalla legge, quella Madia appunto, secondo cui chi è andato in pensione nella pubblica amministrazione non può ricoprire cariche di collaborazione e consulenza, se non a titolo gratuito e per la durata di un anno.
Tutto lecito, dicono dal Comune, perché il rapporto di lavoro con l’ingegnere ex dirigente è un incarico professionale e quindi non rientrerebbe nella fattispecie delle collaborazioni.
Dettagli giuridici-contrattuali, in verità, a fronte dello spirito che ha animato la legge sulle incompatibilità dell’ex ministro Madia: finalizzata ad “agevolare il ricambio e il ringiovanimento del personale nelle pubbliche amministrazioni”.
Un ricambio che a Sulmona non è solo auspicabile, ma necessario, essendo il problema della macchina amministrativa, e in particolare quella del quarto settore, una questione strutturale e non contingente. Riorganizzazione di cui, a dire il vero, non si sente più parlare.
Silvestri, stimato professionista, però, è stato scelto dal Comune proprio per la sua esperienza sul e nel campo: perché quelle carte dei progetti delle Scuole in sicurezza, 20 milioni di euro quasi che non ancora trovano sfogo dopo cinque anni dallo stanziamento, le ha maneggiate e incartate proprio lui. Prima come funzionario-dirigente, ora come professionista incaricato.
Tecnicamente si tratta di un’assistenza al rup, a quello/i cioè che prima erano i suoi sottoposto. Praticamente si tratta di un pensionamento ritardato, una mano salvifica nel caos amministrativo di palazzo San Francesco.
Sperando almeno che sia efficace, perché, finora, di cantieri se ne sono visti pochi, anzi uno solo.

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