Discom: la scommessa di Stefano Bartoli

Inizia da qui il nostro viaggio tra le imprese di successo, quelle che vogliono farcela e ce la fanno, spesso nel silenzio e senza clamori. Scommesse fatte perlopiù da giovani, che sono rimasti o sono tornati in Valle Peligna per costruire un’impresa, che non si fermano al casello autostradale o sull’orizzonte delle montagne che circondano il territorio.

Impresa, sarà un appuntamento periodico, a più puntate, che confluirà in un’apposita rubrica, per tenere in archivio e a memoria, e magari per ispirare qualcuno. Qualcuno che non ha voglia, né più lacrime, di piangersi addosso, che si vuole rimboccare le maniche, cogliendo occasioni, guardando al futuro. Con quel po’ di fiducia e ottimismo, che spesso manca in Valle.

Stefano Bartoli ci aspetta di prima mattina. In via dell’Industria a Sulmona dove è tornato a vivere nel 2010 dopo una laurea in ingegneria e un’esperienza lavorativa a Roma nel settore bancario. Tutt’altro da quello che fa oggi nella Discom, l’azienda di famiglia nata dallo stabilimento Plastisud e su cui ha fatto la sua tesi e che dirige da sei anni.

L’azienda ha continuato nel settore della lavorazione della plastica, affinando e adeguandosi, però, alle richieste e alle metamorfosi del mercato. Restando nel settore della ristorazione collettiva, principalmente, servendo industrie alimentari per contenitori monouso e packaging: dal caseario, con clienti soprattutto in Campania, ai contenitori per carne e olive, ai vassoi per il food e le mense, ma anche per i dentisti sui cui “vassoi da sedia” ha una sorta di monopolio.

A trentanove anni e con una figlia di quattro, la strada da fare è ancora tanta, ma il bilancio di questo primo lustro porta con sé già numeri e risultati importanti.

L’occupazione, innanzitutto, negli ultimi quattro anni i dipendenti sono quasi raddoppiati, oggi ne conta trentacinque. “Abbiamo però partecipato all’ultimo bando per le imprese fatto dalla Regione, quello dei 40 milioni di euro e proprio in questi giorni abbiamo ottenuto il via libera: 1,5 milioni di finanziamento di cui 600mila a fondo perduto – spiega Stefano Bartoli – il fine è quello di aprire un nuovo reparto e acquistare un nuovo macchinario che stampa direttamente il prodotto. E’ una tipologia che guarda ad un mercato più elevato: un investimento che permetterà l’assunzione di almeno altre cinque unità lavorative”.

I clienti, d’altronde, sono sparsi in tutta Italia: dalla Sicilia al Trentino, passando, anche e soprattutto, per la Puglia e la Campania, a cui si lega principalmente il packaging per i prodotti caseari. Un fatturato annuo di circa 7 milioni di euro, in costante crescita, grazie anche e soprattutto agli investimenti fatti: 2 milioni di euro negli ultimi quattro anni per attivare nuove linee di produzione.

“Ci sono molte opportunità per il Centro Sud – continua – dal credito d’imposta, ai bandi regionali e nazionali per l’industria 4.0. Bisogna certo saperli cogliere, ma sul territorio peligno abbiamo trovato molte professionalità, spesso giovani, che forniscono servizi di assistenza, consulenza fiscale e legale. L’Arap sta facendo su questo un buon lavoro di ricognizione e mappatura”.

Certo i problemi non mancano, ma spesso non dipendono dal territorio, ma sono comuni al Paese: “Abbiamo realizzato dei nuovi compressori per velocizzare e migliorare l’efficienza degli impianti – racconta Bartoli – per essere attivati hanno bisogno di una certificazione dall’Inail: sono tre anni che abbiamo fatto domanda e non ancora abbiamo ricevuto la certificazione. Anche il servizio di raccolta rifiuti lascia a desiderare: ci sono cassonetti rotti da tempo immemore che nessuno ci viene a cambiare. E poi c’è il problema della filiera: spesso per avere pezzi di ricambio dobbiamo andare a Pescara, quando va bene, anche per cambiare una semplice elettrovalvola”.

A conti fatti, però, Stefano, a trentanove anni, pensa e crede che tutto si possa migliorare e di essere tornato a Sulmona è felice: “Certo se non avessi avuto l’azienda di famiglia come stimolo non so se sarei tornato – ammette – però la qualità della vita qui è di gran lunga superiore a quella di una città come Roma”.

16 Commenti su "Discom: la scommessa di Stefano Bartoli"

  1. Complimenti a Fabio e la sua Famiglia.
    Non è facile investire qui tra non molto mancherà tutto non solo l’elettrovalvola.
    D’altronde i numeri sono bassi non conviene avere attività aperte.

  2. Bravo! Basta piangersi addosso! Il centro Abruzzo ha le risorse per farcela. Serve un profondo cambio culturale e capire quale è la direzione da seguire. Certo la politica non ci aiuta, ma anche in questo serve un cambiamento, una maggiore partecipazione.

    • Partire_da_zero_o_da_100 | 1 Dicembre 2023 at 16:00 | Rispondi

      Ottima iniziativa del Germe dare spazio a questi casi positivi. Sarebbe però ancora più interessante indagare anche un’altra vertente: capire chi rientra e fa impresa perché ha già le spalle almeno semi coperte (impresa di famiglia già avviata, casa di proprietà grazie agli sforzi dei genitori etc…) e chi parte da zero. Sarebbe utile mettere in chiaro questo aspetto per capire la vera potenzialità del territorio e la sua attrattiva imprenditoriale al netto della posizione di partenza del singolo.

      • Luigi Gagliardi | 1 Dicembre 2023 at 20:21 | Rispondi

        Partire da zero nel 2023 è difficile (se non impossibile) in tutta Italia, io mi soffermerei sul fatto che, invece di spostare la produzione in paesi in cui la manodopera costa un decimo, è rimasto in valle ed ha investito quà, non mi sembra poco.

  3. SalviamoSulmona | 1 Dicembre 2023 at 08:49 | Rispondi

    Bisogna stravolgere i paradigmi che regolamentano le attività imprenditoriali specie se portate avanti da giovani coraggiosi ed in zone svantaggiate.
    Bravo Stefano!

  4. Tanti tanti auguri Stefano e un grazie di cuore che sei tornato in valle.

  5. Bravissimo grazie da questo territorio così tanto svilito, abbiamo bisogno di persone come te, non ti arrendere 👏🏻👏🏻

  6. Gianluca Lavalle | 1 Dicembre 2023 at 13:22 | Rispondi

    Bravissimo il giovane inprenditore!
    Queste sono ottime notizie per il comprensorio. Una buona notizia a settimana, e sono certo che ce ne siano, e anche il morale migliorerà. E il morale fa tanto…
    Del resto, proprio recentemente, un cliente canadese, stabilitosi qui con la famiglia, mi ha detto: “Voi vivete in paradiso, ma non lo sapete”.

  7. Bartoli Sindaco….

  8. Raimonda Disonesta | 1 Dicembre 2023 at 18:02 | Rispondi

    Vabbè, Imprenditore con un fatturato di 7 milioni è una affermazione un po’ larga, uguale come la BBanca che ha fatto un utile di 3,5 milioni. 7 milioni è il fatturato di un piccolo ristorante in una qualsiasi metropoli,e lo stesso un utile netto di 3 milioni è l’utile di un ristorante ina una già detta metropoli.

    • Gianluca Lavalle | 1 Dicembre 2023 at 19:23 | Rispondi

      Immaginare un utile netto di 3,5 milioni su un fatturato di 7 milioni, per un’impresa qualsiasi mi pare un’affermazione piuttosto azzardata; forse le professioni intellettuali hanno margini simili, ma è altra cosa.
      Lei, peraltro, di che si occupa ? 🤔

      • Raimonda Disonesta | 2 Dicembre 2023 at 13:37 | Rispondi

        i 7 milioni di fatturato della fabbrica della plastica è lo stesso di un piccolo ristorante in una grande città di una capitale occidentale tipo Londra, per dire. I 3,5 milioni di utile della banca locale, sono equivalenti all’ utile di un buon ristorante centrale con una novantina di dipendenti sempre in una grande città, tipo Londra per dire, dove 3,5 milioni sono un valore molto inferiore di quello stimato tra i contadini e mpiegatelli del luogo dove un pasto in un ristorante della valle peligna vale 30 euri perché lo stesso pasto in un luogo centrale di una grande città ,tipo Londra per dire, costa tre volte in più, quindi tre milioni a Pratola valgono un milione a Londra. Questo volevo dire, qui si sta sempre indietro , e chi ci sta, sta indietro. La povertà è così, chi è povero sta dietro. Poi per rispondere a Gianluca, io non mi occupo di nulla e non ho nessuno fatturato perché io non sono uno come voi,, Io Sono Tre.

        • Gianluca Lavalle | 7 Dicembre 2023 at 08:44 | Rispondi

          Complimenti: addirittura non sei uno come noi, sei tre !!!
          E noi come siamo ? Tu lo sai ? Ci conosci ?
          É incredibile: non pensavo di riuscire a scambiare due parole con uno che pensa di valere addirittura tre volte me
          Vorrei proprio vedervi, tutti e tre, con nome e cognome: visto che tu hai valutato tutti noi, dicendo di valere tre volte, vorrei avere la possibilità di fare anche io le mie valutazioni, insieme agli altri “contadini e impiegatelli” di questo posto che tu ritieni essere “sempre indietro”.
          Visto che tu sembri pensare di “stare avanti”, fatti vedere, sennò le tue parole non sono granché verificabili o degne di fiducia.
          Fino ad allora, buona giornata 😊

    • Se è così facile lo faccia anche lei. Vorrei vedere il suo di fatturato.

  9. Enrico Antomarchi | 2 Dicembre 2023 at 09:57 | Rispondi

    Bravissimo Stefano, mamma sicuramente avrà seguito i tuoi passi dal paradiso dove vive ora. Sei il nostro orgoglio.

  10. Congratulazioni Stefano, l’aver puntato a proseguire l’attivitá di famiglia ti fa onore soprattutto in una cittá come la nostra abbandonata dalla politica. Solo gli investimenti e il coraggio delle persone come te potranno dare a Sulmona la possibilitá di riaffermarsi economicamente a livello locale. Fare impresa qui è dura ma non molto di piú della restante parte del territorio Italiano. Forse come dice anche qualcuno siamo solo abituati a piangerci addosso e questo non fa che peggiorare l’immagine della nostra cittá agli occhi delle persone e delle istituzioni.

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