Drone per introdurre telefonini in carcere: sessantenne denunciato già avvistato un anno fa sul luogo del fermo

Era già stato avvistato lo scorso anno, nello stesso luogo, il 60enne napoletano fermato e denunciato ieri dai carabinieri della Compagnia di Sulmona per aver tentato di introdurre telefonini cellulari nel carcere di Sulmona. Lo conferma una delle passanti che ieri, nei pressi delle campagne adiacenti alla Statale 17, ha avvertito le forze dell’ordine della presenza sospetta dei due uomini intenti a far volare un drone a pochi metri dalla casa circondariale. D’altronde da tempo si sospettava dell’introduzione dei telefoni cellulari nel carcere sulmonese tramite “pacchi aerei”. Se confermata la presenza ripetuta dell’uomo nel corso degli anni, si aprirebbe nuovi scenari nella lotta della diffusione di device elettronici ai detenuti sulmonesi, che da troppi anni imperversano dietro le sbarre.

Sul posto la stessa passante, quest’oggi, avrebbe trovato altro filo di nylon, utile per il trasporto dei telefonini, e una scatola di telefonini che però sarebbe solo un elemento secondario.

Le indagini si ampliano, ma non saranno effettuati sopralluoghi in zona quest’oggi da parte dei militari dell’Arma, immediatamente intervenuti ieri appena ricevuta la segnalazione da parte di alcuni passanti che si sono accorti della presenza dei due napoletani, intenti a far volare il drone a pochi metri dal carcere di Sulmona.

I due, portati in caserma, sono rimasti in silenzio alle domande poste dai carabinieri, entrambi successivamente denunciati e rilasciati in libertà.

3 Commenti su "Drone per introdurre telefonini in carcere: sessantenne denunciato già avvistato un anno fa sul luogo del fermo"

  1. Complimenti alla passante che ha allertato le forze dell’ordine !

  2. Se, visto il precedente, questi possono essere solo “denunciati e rilasciati in libertà”, evidentemente c’è qualcosa che non funziona nella giurisprudenza.
    In caso di flagranza (come è stato), dal secondo caso in poi si dovrebbe dare carcere immediato, senza tante storie.
    E magari in isolamento fino al processo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*