
Nella sala diversi amministratori ed ex amministratori, più per dovere d’ufficio che per trasporto politico, qualche parente, persino la dirigente del Bilancio del Comune di Sulmona e molte assenze, sia di nomi storici del centrodestra sulmonese, sia di sindaci azzurri che l’invito non lo hanno proprio ricevuto come Marco Moca e Carmine Presutti.
Insomma una reunion territoriale per annunciare la giovane “vittima sacrificale” alla guida di Forza Italia e soprattutto per marcare il territorio in vista delle elezioni politiche ormai alle porte. Perché i giovani e il rinnovamento vanno bene, ma senza esagerare. Con Pagano che è convinto che il voto d’opinione, lui che ha, avrebbe, già sondaggi nelle mani, vincerà e crescerà anche nelle zone interne “dove abbiamo già dato segnali di forte ripresa alle ultime amministrative”.

Sarà pure un voto d’opinione quello di marzo, insomma, ma in qualche modo bisognerà fare i conti con i locali, in fondo c’è l’uninominale dove è il candidato che vince e soprattutto c’è il territorio che, con questa legge appena approvata, reclama l’attenzione che non garantisce il Rosatellum.
“Ci auguriamo che al momento della compilazione delle liste si voglia ascoltare anche il territorio” rompe le righe Antonella Di Nino, subito dopo l’annuncio di Pagano che le liste si sarebbero fatte a Roma.

La Pelino sta a stento sulla sedia, si impettisce e taglia corto: “E’ presto per parlare di liste e di nomi, si vedrà dopo con il presidente”, quel Silvio che, indubbiamente, ha conquistato e stregato tanto da strappargli la promessa di venire a recitare Ovidio a Sulmona per il Bimillenario e, finora, la disponibilità a farla eleggere per ben tre volte.
E insomma in casa azzurra si è aperta la caccia grossa, quella alla poltrona e alle candidature, tanto più che, non lontano dai “parenti serpenti” delle zone interne, ci sono quelli del chietino e del pescarese, passando per il teramano: da Febbo a Sospiri a Chiodi e Gatti, tutti in qualche modo da sistemare, perché come ha detto Pagano “subito dopo le politiche ci saranno le regionali da affrontare”.
vale naturalmente per tutte le forze politiche che rivendicano ora la rappresentanza dei territori: non era più semplice dire si alla riforma costituzionale che prevedeva il “senato delle regioni”.Più rappresentati di cosi.Ed invece ci dobbiamo sorbire questa penosa e ipocrita manfrina a tutte le elezioni…che sappiamo non essere poche.