Furbetti del cartellino, a processo in sei

Due proscioglimenti, sei rinvii a giudizio e un patteggiamento: è questa la decisione presa dal giudice per le udienze preliminari Giuseppe Ferruccio oggi in relazione alla vicenda dei furbetti del cartellino di palazzo San Francesco. L’inchiesta condotta dalla guardia di finanza nel 2016 nel Comune di Sulmona e che aveva visto indagate inizialmente quarantotto persone, per aver timbrato falsamente i bage ed essersi assentate senza giustificazione dal posto di lavoro.

Dall’accusa di falsa attestazione sono stati prosciolti in particolare Marino Cagnone e Roberto Fonte, i due custodi del museo che sono stati scagionati dalle accuse. Dovranno invece affrontare il processo penale, per falso e truffa, a partire dal prossimo 18 febbraio, Marco Chiavari, Giovanni Del Signore, Stefano Pezzella, Venanzio Piccoli, Mirella Santilli e Felicia Vanacore. Ha infine patteggiato la pena, per sei mesi e venti giorni di reclusione, Luminita Iosub, dipendente di una cooperativa di servizio, accusata in particolare di falsa attestazione, per aver cioè timbrato al posto di alcuni dipendenti comunali.

Un passaggio fondamentale quello del tribunale di Sulmona che definisce in parte, salvo cioè le risultanze dibattimentali, la vicenda penale dello scandalo dei furbetti, per i quali restano ancora aperte le posizioni per il danno all’erario contestato a diciotto dipendenti.

Dal gruppo degli indagati era stata già fatta una prima scrematura dalla procura che aveva inviato l’avviso di garanzia a ventiquattro persone, poi ulteriormenete ridotte a nove dopo la presentazione delle memorie difensive. Oggi, ancora, decurtate di due posizioni da parte del giudice per le udienze preliminari.

Parallelamente al procedimento penale e a quello della Corte dei Conti, c’è poi quello disciplinare, per il quale il Comune ha elevato trentadue sanzioni, una in particolare, per licenziamento, impugnata dall’ex dipendente e ancora in attesa delle decisione del giudice del Lavoro.

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