Gemellaggi e disonori di casa

E sono due, due figuracce istituzionali rimediate nel giro di meno di un mese dalla maggioranza di palazzo San Francesco. I padroni di casa che non si fanno trovare, troppo impegnati e poco interessati a quelle “noiose” cerimonie dove tocca stare a sentire un po’ di storia e magari mettersi anche la cravatta. E poi, come l’altra volta, quando a Palazzo venne il prefetto, nello stesso giorno del consiglio comunale, neanche uno fosse stato eletto per stare in Aula consiliare.
Così ieri sera alla cerimonia di gemellaggio tra Sulmona e la città Ceca di Šumperk, i consiglieri comunali si contavano sulla punta di una mano ed erano tutti di opposizione: Maurizio Balassone di Sbic, Elisabetta Bianchi di Forza Italia e Antonio Di Rienzo del gruppo di Di Masci.
Gli altri tutti in altre faccende affaccendati, tra l’evidente imbarazzo e nervosismo di chi si è ritrovato a dover fare gli onori di casa in una casa vuota e cioè il sindaco Annamaria Casini, l’assessore Paolo Santarelli e il presidente del consiglio Katia Di Marzio.
“Dopo la figuraccia rimediata con il prefetto dopo il sorvolo sul Morrone, il sindaco è di nuovo sola – commenta amareggiato Maurizio Balassone -. La città deve sapere che si è affidata a persone senza senso per le istituzioni, senza rispetto per ospiti stranieri e per la città. Gli inni nazionali omaggiati solo dalla minoranza. Come cittadino mi ritengo offeso e disgustato”.
E pensare che dalla Repubblica Ceca sono arrivati in oltre quaranta a Sulmona per stringere la mano alla città in segno di un’amicizia che ha radici nobili e antiche, quando cento anni fa dal Campo 78 i dissidenti dell’impero Austoungarico si unirono alla rivolta. Un lavoro non solo di rapporti diplomatici con l’ambasciata, ma anche di ricerca storica da parte dell’Archivio di Stato. Forse meno divertente di un boccale di birra con i gemelli di Burghausen, ma certamente più istruttivo.