Il mistero dell’eredità al gratta e vinci

La vecchietta per il gioco aveva una dipendenza, hanno detto ieri i testi davanti al giudice: la mattina alle slot machine e il pomeriggio tutto il giorno a grattare i gratta e vinci. Una specie di malattia, hanno spiegato quelli che le stavano vicini, tanto da costringerli a fabbricare dei gratta e vinci falsi per non farle spendere tutti quei soldi. Fatto è che gli eredi, o almeno una parte di loro, quando sono passati in cassa non hanno trovato quel tesoro che pensavano ci fosse e che comunque c’era fino a tre anni prima, quando, il marito dell’anziana, morì lasciando sul conto la bellezza di 570mila euro.


Una storia di soldi, tanti, di eredità contesa e di incredibili vicende di paese: l’anziana Matilde che lascia in eredità ad un’amica 50mila euro, alla badante un appartamento e ai nipoti (non aveva figli) i risparmi di una vita.
La sorpresa arriva alla fine del 2015, quando ad 89 anni, dopo una lunga malattia, Matilde, vedova e sola ad Alfedena dove si era trasferita con il marito da giovane, muore nel letto di ospedale.
Il testamento da lei redatto dice che i soldi, regalini a parte, dovevano essere divisi in percentuale tra nipoti e pronipoti: il 50% al suo preferito, Giuseppe Falzetta, finito ora sotto processo per appropriazione indebita aggravata, e il resto agli altri tre (30% all’altro nipote e 10% ciascuno ai due pronipoti), tutti residenti nelle Marche.


Peppe (Giuseppe) era d’altronde il preferito, quello che la andava a trovare più spesso, che si occupava, con il consenso degli altri eredi, di gestire il patrimonio, tanto da aver cointestati i conti con la zia.
Ma dell’oltre mezzo milione di euro che aveva nel 2012 quando morì il marito, in meno di tre anni, con un lungo periodo di ricovero compreso, alla sua morte sul conto erano rimasti solo 16mila euro.
L’imputato alla fine aveva messo a disposizione degli eredi solo 110mila euro, che tolti i 50mila destinati all’amica, erano stati poi divisi secondo le percentuali indicate da zia Matilde, trasformandosi in briciole (6mila euro per i due pronipoti e 24mila per l’altro nipote). Lasciando così intendere che la zia in tre anni scarsi si era letteralmente giocata oltre 450mila euro, che è poi la somma che gli altri cugini contestano all’imputato di aver illecitamente sottratto.
Da lassù dove si trova ora, probabilmente zia Matilde se la starà godendo: a scommettere su chi vincerà la causa. La prossima “puntata” il 12 settembre.

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