Il mondo sottosopra

“Pecunia non olet” scriveva Svetonio nel De vita Caesarum e, a distanza di quasi 2000 anni, la situazione non sembra molto cambiata, né qui né tanto meno a 16.000 chilometri di distanza da Roma. Nell’occhio del ciclone, infatti, è finito Novak Djokovic, tennista numero 1 della classifica ATP, non vaccinato, il quale aveva ricevuto il nulla osta per andare in Australia a giocarsi gli Australian Open nonostante la mancanza di pass vaccinale. Dall’altra parte del mondo, infatti, l’ingresso nel Paese è consentito esclusivamente ai cittadini australiani, ai residenti permanenti e a limitate categorie di lavoratori dei servizi essenziali, come i FIFO. Solo nel tardo pomeriggio di ieri il serbo è stato bloccato in attesa di capire se potrà recarsi al torneo del Gran Slam. Lo stop è arrivato solo alle 21 italiane, le 7 dalle parti di Sidney. I festeggiamenti dei no vax più accaniti sono stati strozzati in gola. Eppure esultavano per un diritto, inizialmente concesso, a qualcuno che ne avrebbe goduto solo per il proprio stato sociale. Quindi un privilegio che a loro, che fanno parte del popolo qualunque, non sarebbe stato mai concesso. Insomma, sarebbe stata la vittoria del denaro, e non del negazionismo. Ma si sa, il mondo spesso è capovolto.

Della rigidità e del rigore australiano ne sa bene qualcosa la chef Daniela Maiorano, figlia d’arte, emigrata in Australia da alcuni anni. “Per ricongiungermi con la mia famiglia lo scorso luglio – spiega Daniela -mio padre ha dovuto assumermi e farmi un contratto di lavoro qui in Italia. Era l’unico modo per poter uscire dal Paese. Molti miei amici, infatti, non sono potuti tornare dalle proprie famiglie d’origine proprio perché il Governo australiano richiedeva valide motivazioni (come ad esempio un’assunzione)”.

Il problema, naturalmente, non è solo per chi dall’Australia deve andar via, ma soprattutto per chi nella terra dei canguri deve andarci da comune mortale. Da cittadino senza alcun privilegio. “Se dopo due mesi fossi tornata in Australia – continua Daniela – Avrei dovuto fare una quarantena di due settimane, in una struttura indicata dallo Stato, a spese mie sborsando 3.000 dollari. Una norma ora abolita, poiché il 90% dei cittadini è vaccinato. Ad oggi non so bene se vi siano grosse novità, quando tornerò lì a febbraio ne saprò di più ma l’Australia che ho lasciato è cambiata da quella che troverò. Di certo non mi stupisce che un VIP abbia una corsia preferenziale. Molti attori americani, ad esempio, vennero in Australia quando in tutto il mondo scoppiò la pandemia. Il tutto senza problemi di visto, mentre per i comuni mortali bisogna attendere 5 o 6 anni per ottenerlo. I turisti, ad esempio, possono recarsi lì solo se residenti permanenti”. Invece c’è chi, privo di visto vaccinale, come richiesto dalle autorità australiane, può fare la voce grossa.

Ma quanto sta accadendo nella terra dei wallabies è solo una delle tante incongruenze che la pandemia sta facendo venire a galla. Ad esempio, attualmente in Italia, nelle strutture ospedaliere o RSA si può entrare solo con le terza dose, mentre chi ha due vaccini ed è guarito dal Covid da meno di 120 giorni (e quindi non può concludere il ciclo vaccinale) deve fare il tampone per accedere ma, paradossalmente, i post Covid non possono ancora fare la terza dose di vaccino e devono per forza fare un tampone con esito negativo entro 48 dall’accesso nella struttura ospedaliera. Altra incongruenza, ma questa la si porta sul groppone da parecchio, è la mancata richiesta del green pass per entrare nelle chiese; mentre in qualsiasi struttura è necessario esibirlo come in negozi e servizi.

C’è poi il tema scuola, con il Governo che non vuol sentire ragioni della tanto esaltata Dad dello scorso anno. La presenza al 100% in aula ci sarà nonostante i 180.000 contagi messi ieri a referto. Eppure, lo scorso anno verso aprile quando il picco di contagi giornalieri era di 16.000 (un decimo di quello odierno), si era tornati a scuola con classi al 50% e didattica a distanza un giorno la settimana. In più le mascherine: Ffp2 obbligatorie per i docenti, non per gli alunni, e non distribuite gratuitamente dagli istituti. Quindi mano al portafoglio e pagare, seppur poco, lo strumento che ti consente di andare a lavoro e, allo stesso tempo, di proteggerti. Lo sport, poi, segue le proprie regole con campionati annullati, e quelli che vanno avanti a mozzichi e bocconi, con la serie A che quest’oggi molto probabilmente non scenderà in campo, con i tifosi che hanno acquistato i biglietti non ancora informati. Infine i locali, che si dividono tra quelli che hanno riempito fino allo stremo i tavoli per Capodanno, ma imponendo regole di comportamento agli ospiti, e quelli che scoccata la mezzanotte hanno dato il via libera alle danze nonostante avessero assicurato di “riaprire in sicurezza”. E per concludere i controlli che mancano. I controlli che hanno portato multe a qualcuno seduto al bar senza green pass o che ha provato a prendere l’autobus sprovvisto di certificazione; gli stessi controlli che nei grandi centri di contagio non si sono visti. Insomma, il mondo sottosopra. Un po’ come la posizione dell’Australia nel mappamondo.

Valerio Di Fonso

6 Commenti su "Il mondo sottosopra"

  1. Perché in itaglia non è un altro mondo sotto sopra? Per andare in banca, posta, centro commerciale ci vorrà il green pass mentre per andare in chiesa nessun pezzo di carta! Nessun controllo. Ora spiegatemi queste incongruenza non da terra dei canguri.

  2. Mi chiamo Antonio | 6 Gennaio 2022 at 10:02 | Rispondi

    … CREDO IN UN SOLO DIO, PADRE ONNIPOTENTE,
    CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA, DI TUTTE LE COSE VISIBILI E INVISIBILI. CREDO IN UN SOLO SIGNORE, GESÙ CRISTO, UNIGENITO FIGLIO DI DIO… CREDO NELLO SPIRITO SANTO, CHE È SIGNORE E DÀ LA VITA, E PROCEDE DAL PADRE E DAL FIGLIO…

  3. Chiamate l’ambulanza per Antonio

  4. L’arroganza | 6 Gennaio 2022 at 17:53 | Rispondi

    L’arroganza di chi crede si poter comprare tutto ! Per fortuna l’Australia è coerente con le proprie leggi! Rimbalzato ! La testimonianza di questa concittadina è significativa. Qui invece facciamo ancora leggi monche: obbligo vaccinale dai 50 anni in poi ! Ma andate a stendere !!!

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