I ragazzi in aula stanno simulando quella che potrebbe tranquillamente essere un’udienza nel tribunale di Strasburgo partendo da due fatti realmente accaduti utilizzando il metodo anglosassone denominato “debate”, riconosciuto come il migliore perchè pone due “squadre” a sostenere e controbattere una argomentazione. Un confronto, nei fatti, per approfondire le tematiche di cittadinanza europea per “sensibilizzare al rispetto dell’altro e sconfiggere le discriminazioni”.
I casi realmente discussi davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo sono quelli Atkins e Spencer, esaminati per “uscire dall’emozioni che questi casi potrebbero suscitare per convergere su regole giuridiche operanti nell’Unione Europea”.
Un modo diverse e stimolante non solo per fare scuola, ma anche per toccare con mano e comprendere dinamiche reali di cittadinanza attiva, e in questo caso europea in un periodo di forte euroscetticismo.
E la collaborazione punta a proseguire. C’è stata, infatti, la disponibilità del presidente del tribunale di Sulmona e di quello Cedu ad andare avanti.
S. P.
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