Il vescovo tra i serpenti

Ha scelto un pulpito importante, quello del rito di San Domenico e dei serpari. Ieri a Cocullo, tra cervoni e telecamere. Uno di quelli che richiamano la ribalta e migliaia di curiosi e fedeli. Ha scelto il primo maggio, la giornata dei lavoratori e della lotta. In un Paese dove alla lotta è subentrata spesso la rassegnazione, a volte l’ignavia. Il vescovo di Sulmona-Valva Michele Fusco, ieri, al termine della funzione religiosa e prima della sfilata in processione tra santo e serpenti, ha sputato tutto il veleno accumulato: si è tolto la mitria, con gesto calmo e consapevole. Che quello che stava per dire, non apparteneva all’alto dei cieli, ma alla vita in terra e soprattutto agli uomini che di buona volontà non sono. Non hanno dimostrato di esserlo.

“Sono passati quindici anni dal terremoto del 2009 e otto da quello del 2016 e le nostre chiese sono ancora pericolanti – ha detto il monsignore – mi rivolgo alle istituzioni, anche a quelle che non sono venute, nella speranza che accolgano questa sollecitazione: quanto tempo dobbiamo ancora aspettare per tornare nelle nostre chiese? Quanto ancora?”.

Fusco non si limita alla lamentatio, affonda la lama fin dove è necessario: racconta delle cento chiese chiuse sul territorio, dei soldi che non ci sono e di quelli che dove sono non si trasformano in opere. “Due sole chiese hanno aperto il cantiere – dice – e un terzo aprirà proprio qui a Cocullo, ma sappiamo già che i soldi non basteranno”. Non ci sono in molti casi neanche i progetti e dove sono i progetti non ci sono abbastanza soldi e dove sono i soldi non ci sono risposte della burocrazia: schiaffi in pieno volto alla soprintendenza, che Fusco cita – nome e ragione sociale – per dire che da un anno non dà più risposte. Intanto, nel mentre, le chiese restano chiuse, si ammalorano, la gente chiede lumi e lumi il vescovo non riesce a darne, neanche a rassicurare, neanche a dare speranza. Che per un uomo di chiesa è pena pesante.

“La gente è esasperata da questa situazione di stallo – alza poi ancora il tiro e avverte – e l’esasperazione porta a risposte irrazionali, non facili da controllare”. Roba che se l’avesse detto un politico sarebbe stato tacciato di incitazione all’insurrezione.

“Il nostro patrimonio diventa sempre più fragile – continua il vescovo – e in alcuni casi è diventato irrimediabile. Una risorsa che non è solo spirituale, ma artistica, monumentale, turistica. Anche lavorativa – affonda – proprio oggi che è il primo maggio: quanto lavoro potrebbero portare questi cantieri?”.

Il “compagno Fusco” supera a sinistra la politica e i sindacati, abbatte il tabù del politicamente corretto, affronta a viso aperto e senza mitria la ferita dolorosa di cui nessuno più parla, oltre il confine del capoluogo, tanto meno dove il cratere non ha esteso i suoi confini burocratici.

“Quanto tempo dobbiamo ancora aspettare? Quanto ancora?” chiosa, prima di gettarsi tra la folla e tra i serpenti.

12 Commenti su "Il vescovo tra i serpenti"

  1. bene,le priorita’? Miliardi di dollari spesi per comprare il silenzio,pagare i danni/condanne delle responsabilita’ abusi/violenze sessuali,pedofilia,ecc,ecc,l’obolo di Pietro per cosa ? Piu’ di 1 miliardo 5/8 per mille ,i 5 miliardi delle imposte non pagate ? Gli immobili con canoni zero ? Le attivita’ commerciali tutte nessuna esclusa/hotel/B&B/ecc,ecc, che dice?Che fa?
    Oltretutto la ricostruzione non e’ adeguata,corrispondente,congrua ai denari spesi piu’ di 12 miliardi,molto ma molto di piu’ di una ferita dolorosa,un offesa all’umanita’, e basta,o no?

  2. Ha ragione !!!! Ie soprintendenze sono immobili …
    Bravo Vescovo

  3. Non vi preoccupate ci pensa il Marsilio

  4. Bravo vescovo , soprattutto per la schiettezza!

  5. Non pensa il Vescovo alle proprie responsabilità?
    Parole dure ma gratuite da scioperare per lui che è sotto protezione de
    L…Signore, senza responsabilità dirette.

  6. Non cacciano neanche un euro sulle tasse dei patrimoni immobiliari che hanno in tutto il mondo e mo chiedono i soldi allo stato per ripararli??..Compagn Compagn, je lavor e tu magn..

    • Guarda che pacherebbero loro gli interventi se la sovrintendenza sbloccasse le pratiche per andare avanti .lo stato del Vaticano paga di tasca propria e i cantieri farebbero lavorare molta gente. e cmq l’odio dilagante verso la chiesa deve finire ….siamo un paese Cristiano

  7. Giordano Bruno | 2 Maggio 2024 at 10:27 | Rispondi

    L’ici (evasa) dalla chiesa

    https://www.ilsole24ore.com/art/ue-italia-ici-va-recuperata-anche-attivita-chiesa-AEOPACxC?refresh_ce=1

    DECISIONE (EU) 2023/2103 DELLA COMMISSIONE del 3 marzo 2023 relativa all’aiuto di Stato SA.20829 [C 26/2010, ex NN 43/2010 (ex CP 71/2006)] Regime riguardante l’esenzione dall’ICI per gli immobili utilizzati da enti non commerciali per fini specifici cui l’Italia ha dato esecuzione [notificata con il numero C(2023) 1287]:

    chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=OJ:L_202302103

  8. Ha ragione, gli sporchi giochi della politica hanno fatto si che tanto denaro fosse elargito nei comuni, in alcuni senza una vera ragione, dove adesso saranno rimesse a nuovo case chiuse in cui l incuria del tempo ha fatto la sua parte, case. i cui proprietari non hanno mosso mai una tegola . Sono sorti gli aggregati dove fra l altro sono posizionate case già ristrutturate con i vecchi fondi. Un oltraggio a chi la casa l ha persa veramente, alle scuole, alle chiese che ancora attendono.

  9. Un grazie sentito a Monsignor Fusco.
    Ricostruire le chiese che spesso hanno un grande valore artistico e’ un segno di rispetto per l’intera comunità civile e per la sua storia,
    peri credenti e per chi
    credente non e’.
    Grazie!

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