La festa è finita

 

Le vacanze sono finite, gli addobbi nello scatolone, i Re Magi avvolti tra muschio e montagne di carta, i regali scartati e pronti all’uso per un affascinante 2018: la centrale Snam alle porte del Parco, il trenino con bretella e stazione scintillante che si aspetta ancora che qualcuno ci venga a spiegare dove metter(ce)lo, il Lego della ricostruzione ancora tutto da montare, persino la monnezza in arrivo da Roma, tante volte quella per strada non dovesse bastare. Per la sindaca dimissionaria, ma solo per gioco, è tempo di tirare fuori dalla borsetta la fascia tricolore riposta con mestizia e reverenziale timore il 29 dicembre scorso in quel di palazzo Chigi al cospetto del perfetto nessuno di turno, che tanto neanche un caffè le ha offerto il premier Gentiloni, anzi non l’ha proprio voluta ricevere. Il ferro e fuoco annunciato dal mentore regionale, quello del “sono disposto a tutto” e del “coraggio chi non ce l’ha, non se lo può dare”, d’altronde chi l’ha visto. Così sola soletta, con nessun sindaco che l’ha seguita nell’abdicazione, la prima della città si appresta a concludere le sue lunghe ferie d’inverno, ritirando le sue dimissioni e cercando di celare l’umiliazione politica con la guerra legale. Contro la Snam e contro il via libera della Presidenza del consiglio alla centrale, così, sarà schierato l’avvocato Alfonso Celotto, uno che ha fama di essere un numero uno, ma anche di non essere proprio nelle grazie dell’establishment dei capi gabinetto che ha frequentato in lungo e largo negli ultimi dodici anni. Inviso a Renzi, si dice, anche perché tra i promotori del “no” al referendum. Una mossa politica più che giuridica (tanto più che l’esimio professore di Roma 3 è esperto di Diritto pubblico comparato più che di materie amministrative) che rischia di accelerare più che “congelare” l’iter autorizzativo della centrale. Che il ricorso al Tar Lazio possa avere qualche possibilità di successo, d’altronde, sono in pochi a crederlo e, a giudicare dal cavallo scelto per mediare, neanche e ancor meno ora la strada politica, lastricata di dalfonsiani marmi elettorali, sembra poter portare o far arrancare fino alla meta. L’ennesimo scivolone, insomma, per una città e un territorio che ormai sono un passo oltre il dirupo.

1 Commento su "La festa è finita"

  1. forse i cattivi pensieri,i malevoli auspici hanno prevalso…bene,nel nostro borgo c’e’ un’a vvocatessa super competente in diritto amministrativo,pratica,esperta,di successo,quasi un genio….anna..di certo meno costosa, con suggerimenti credibill,reali,vincenti….purtoppo e’ la sorella….motivo dell’incarico “politico”,o no?
    Amministratori in assenza di risultati,inconcludenti,incapaci,cialtroni…civismo?Decadimento!

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