La Madre guarita

(foto Marinello Mastrogiuseppe)

Capita. Di curare un tormento dell’anima con una favola di Pasqua tra cieca fede e superstizione contadina. Colla e tradizione, legno e religione, resina e preghiera. Impolverate stoffe di tela e misteriose trame celesti. L’entusiasmo di mani artigiane che sfiorano simulacri morsicati dal tempo: la Vergine tarlata, un invecchiato Gesù crocifisso, claudicanti Apostoli dispersi e ritrovati. Il racconto del restauro della Madonna, del Cristo deposto e quello risorto. San Pietro e san Giovanni. Come la narrazione del miracolo di uno scultore che dà vita a un freddo blocco di Carrara.

Paolo ha smontato, pezzo pezzo, le intoccabili statue della Confraternita di Santa Maria di Loreto. Trasformandole in povere conocchie di tenero cirmolo, scheletriche cicale di mare, miseri pennecchi di canapa avvolti alla rocca. Per ripulirle, lucidarle, rafforzarle con l’acrilico tedesco come un vecchio stampatore legava l’inchiostro su carta. S’era già confrontato con altri corpi di pietra ingiallita o consumato legname senza panni addosso. Spesso. Non immaginava stavolta di annusare quell’odore di famiglia delle vesti canottate di sacco e gesso, uguale alla canfora nascosta nei cassetti del comò. Né di incrociare nelle nere pupille della Donna lo sguardo misericordioso della sua Maria sul letto d’ospedale prima dell’ultimo respiro.

Luigi, invece, è come se lo avesse sempre saputo: senza di Lei siamo tutti orfani. Per cinque lunghissimi mesi non l’ha mai vista senza vesti. No. Non se l’è fatta raccontare. Macché. Scarnita, scolorata. Chiusa e indifesa nelle stanze della Tomba quasi fosse una nonna malandata. Acciaccata. Abbandonata dai nipoti. Senza corona argentata sui riccioli d’oro. Orfana di dita, trina attorno ai polsi e rosa rossa nel pugno. Non di festa addobbata. Per pudore di figlio devoto aveva vergogna e terrore di adocchiare la mamma nuda tra le mura di casa. Anche per caso.

Ora l’Addolorata è tornata a spiarci dal buio della chiesa di san Filippo. Coraggiosa. Più forte e pietosa di prima. Quando uscirà dal portone per liberarsi dal lutto ci accarezzerà con dolcezza, da guida sicura di pecore smarrite che trattengono il fiato davanti ai lupi della guerra. Perché sa che noi abbiamo paura che Lei possa inciampare. Ruzzolare come la più fragile e umana delle sorelle. Ma all’ombra del Fontanone avrà occhi solo per il Nazareno tornato nel mondo ancora una volta. Scapperà in piazza veloce veloce come la gioia, leggera, verde, innamorata dell’amore. Immacolata e ubriaca di pace, dritta come la strada della speranza. Imprevedibile e bella come sa essere soltanto la vita. Una corsa da Madre guarita.

Dylan Tardioli

8 Commenti su "La Madre guarita"

  1. Poesia pura❤️

  2. Buona Pasqua | 31 Marzo 2024 at 07:41 | Rispondi

    Bello il racconto, emoziona il rispetto e la devozione di quell’artigiano e di tutti noi, di fronte a quella statua così evocativa e potente. Non so se sia così cieca la nostra fede, la trovo invece piuttosto vacillante, specialmente di fronte agli eventi più duri della vita. No, non è cieca, ma per fortuna, si rinnova e rafforza anche grazie a questo riti del cuore …

  3. Mauro/Caltagirone | 31 Marzo 2024 at 21:02 | Rispondi

    La piu’ bella città d’Abruzzo incorniciata a festa con la piazza Maggiore stracolma di fedeli, turisti e semplici curiosi, ha offerto questa domenica di Pasqua una scenografia da cartolina unica al mondo.
    Sulmona sei sempre bella e straordinaria.

  4. Concetta Di Prospero | 1 Aprile 2024 at 07:33 | Rispondi

    Tardioli (pseudonimo per…?)
    Sincera 33 garofani

    Per il resto mestiere ed altro da una professione di fede.
    Una Prof di Italiano
    Imperfetta credente mi astengo da valutazioni su Sacro e sagrati…
    Sbaglierò ma uno più forte di me si dichiarava “francamente incompetente” in materia.
    Buona Pasqua e Pasquetta a tutti

  5. E poi c’è Giacomo
    Giacomo che ha parlato delle confraternite come caste chiuse, esclusive, elitarie e inaccoglienti e che vorrebbe vedere finalmente, dopo secoli di costituzione delle confraternite, qualche straniero tra i confratelli del coro e della quadriglia.
    Lui che sta chiedendo trasparenza delle attività delle confraternite legate ai servizi funebri e funerari e sul peso che giocano negli equilibri e scelte politiche amministrative.
    Lui che sta facendo una dettagliata ricerca storica sul ruolo che hanno giocato le confraternite al servizio del potere papale durante il periodo dell’inquisizione nella denuncia degli eretici.
    Giacomo che disturba la bella poesia del giornalista d’assalto, che con civica insolenza infastidisce il senso comune e il timoniere, lui che non da nulla da fare e rompe il …

  6. E poi c è chi cerca di politicizzare pure la madonna facendosi selfie in pompa magna …
    Ma la madonna non si sporca con voi ….questa è tradizione di Sulmona voi non avete nessun merito .
    Sfilate a capo chino come sempre e basta ….

  7. Sentir fare propaganda anche in questa circostanza ha infastidito anche me e da credente, vorrei che la politica lasciasse questa manifestazione esclusivamente alla fede o al folklore, per quelli che non credono.
    Almeno nel rispetto delle diverse sensibilità e volendo continuare a credere che, perlomeno la Chiesa, sia di tutti i fedeli.

  8. Articolo meraviglioso

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