La Notte “mancata” nel centro storico affollato

Alla fine, nonostante lo stop piovuto sulla Notte Bianca sulmonese, i cittadini lungo corso Ovidio si sono presentati e pure numerosi. Non c’erano djset, animazioni, collane hawaiane, luci colorate, i ragazzi e le famiglie però all’appello c’erano, una possibilità insomma loro l’hanno voluta dare alla città e forse doppiamente anche a quel Morrone fumante, lontani dai mantra della “profanazione della natura” e del no a prescindere “perché così non si va più da nessuna parte, non si può fermare tutto e risolvere ogni problema con il silenzio”.

 

Corso Ovidio ieri era affollato, non solo per l’ultimo sabato di agosto ma per la protesta simbolica e pacifica  dei commercianti che alla fine hanno preferito contenere la voce del dissenso e scegliere la pratica del sostegno concreto agli esercenti aperti, invitando all’acquisto e alle consumazioni. Perché spiegano, “questo è un ennesimo atto che non tiene conto della nostra voce, degli interessi di noi commercianti che abbiamo investito soldi e speranze” e aggiungono “Sulmona sta morendo non è solo la Notte Bianca ma un sistema che non funziona e non aiuta la ripresa del centro storico”.

Così sfilato il necrologio che annuncia un funerale della “Sulmona dei mulini a vento e del deserto” e che recita:

“Dopo una lunga agonia si è spenta la città di Sulmona, una città morta, una morta città. Ne danno il triste annuncio i cittadini tutti, le attività commerciali, la Notte Bianca.La cittadinanza sentitamente ne ricorda la sana vitalità”. Proprio a quella lontana vitalità vorrebbero tornare, ma qualcuno dovrebbe mettersi in gioco con loro, sottolineano, è una partita che da soli non possono più giocare, a perdere.


Alla coda della protesta pacifica si aspettavano forse più persone ma molti hanno scelto di supportare i locali aperti e presentarsi direttamente lì dentro negozi e bar, per non vanificare tutto il lavoro svolto in questi mesi.
“Due pesi e due misure” è quello che i cittadini hanno lamentato, non solo per le feste svolte fino a pochi giorni fa nel circondario, ma per quelle serate e sagre che ieri sono andate in scena ugualmente, come la sagra del toro allo spiedo a cantone e la festa di Japasseri in concomitanza con quella notte bianca fermata dall’ottemperanza delle direttive di sicurezza che invece a quanto pare, per loro non ha suonato la tromba della ritirata, “ci si domanda” anzi, tutto è andato dritto tra frizzi e lazzi.
Una possibilità sfumata, “senza guardare ad alternative” sottolineano molti, perché  poteva essere ridimensionata “da notte a serata degli eventi”, come la Dream on aveva postulato, le porzioni di corso ridotte nel loro impiego, cautela e i negozianti avrebbero avuto modo e spensieratezza di viverla una serata di quell’agosto turistico, il mese che a fare i conti della serva, conta più visitatori di tutto il ciclo estivo. Invece no gli artisti sono stati rimandati indietro, la musica spenta così come le animazioni e tutte le belle premesse e aspettative. E ora, nell’attesa che si trovi una data utile per organizzarla di nuovo tra tanti se e tanti ma.
Insomma una Notte Bianca mancata, non nei numeri e nelle speranze. Mancata punto.

Anna Spinosa

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